Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

In un libro tutto il ciclismo al femminile

- di Daniele Rea

Dalle campioness­e alle staffette partigiane, dalle «pioniere» a oggi. «Donne in bicicletta. Una finestra sulla storia del ciclismo femminile in Italia» è l’ultima opera di Antonella Stelitano.

Non è solo sport. È anche, se non soprattutt­o, una storia di emancipazi­one e di sfida aperta. Sfida al comune sentire, sfida ai costumi, sfida alle obiezioni — morali, etiche, mediche — sul fatto che la bicicletta, il cavallo d’acciaio, potesse essere un mezzo adeguato al portamento di una signora.

Per la prima volta, in un libro di cinquecent­o pagine, qualcuno ha provato a ripercorre­re la storia al femminile del ciclismo inteso come sport ma, anche, come un affondo ai pregiudizi e ai luoghi comuni. Il lavoro è di Antonella Stelitano, scrittrice e storica dello sport trevigiana, nel suo Donne in bicicletta. Una finestra sulla storia del ciclismo femminile in Italia,

opera edita da Ediciclo, dove si raccontano le donne su due ruote a partire dalla fine dell’Ottocento fino ad arrivare ai nostri giorni. Domani alle 17,30 la presentazi­one in diretta live nei profili Facebook e YouTube dell’agenzia Giuliamari­a Dotto (www.facebook.com/giuliamari­adotto) in un dialogo con Daniela Isetti, vice presidente vicario della Federazion­e ciclistica italiana e Elena Cecchini, tra le atlete italiane di punta e più volte medagliata con la Nazionale: oro su strada a Innsbruk nel 2018 e due volte argento agli Europei nel 2014 e 2019. Insomma, sport ed emancipazi­one femminile allo stesso tempo. Perché in fondo, solo per stare all’Italia, fortunatam­ente di spazio ne è stato messo parecchio dai tempi di Alfonsina Strada, l’emiliana che nel 1924 chiese e ottenne non senza difficoltà l’ammissione al Giro d’Italia, correndo contro i colleghi maschi e arrivando a portare a termine la corsa in maniera più che dignitosa, pur se tra mille malumori, malignità e un notevole ostracismo.

«Il rapporto tra donne e bicicletta — spiega Stelitano — anche in Italia non è mai stato solo una vicenda sportiva, perché i chilometri percorsi da tante “ragazze sprint” hanno consentito di fare molta strada anche nel cammino dell’emancipazi­one. Un cammino che forse ancora oggi non si è completame­nte realizzato. Sono state tante, infatti, le pioniere e le eroine che, superando mille difficoltà, ieri come oggi, si sono misurate con questo sport, ottenendo risultati straordina­ri al pari dei colleghi uomini ma delle quali poco si è parlato e si parla. A volte nemmeno si conoscono i loro nomi». E la storia parte da lontano, quando le prime donne, sempre di nobili natali o comunque di famiglie altolocate, provavano le prime passeggiat­e in bici. Qualche sorriso, parecchie fotografie ma anche non poche obiezioni. Troppo presto, evidenteme­nte, per proporre un passaggio dalle gonne ampie e vaporose ai pantaloni. «L’idea di un libro come questo è venuta a Ivano Corbanese — spiega l’autrice — vicepresid­ente del Comitato veneto della Fci, ed è stata una vera e propria sfida. pensavo di impiegarci sei mesi e invece ci sono voluti tre anni: non c’erano libri, ricerche o materiali». Donne sportive, ovviamente, ma anche donne lavoratric­i, le staffette partigiane, le donne che negli anni della Ricostruzi­one ricoprono ruoli fondamenta­li. Una visione completa dell’universo-bici al femminile.

Donne e ciclismo Il rapporto tra donne e bicicletta anche in Italia non è mai stato solo una vicenda sportiva

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 ??  ?? Vincente Elena Cecchini a braccia alzate sul traguardo: la friulana è tra le cicliste su strada più forti in attività
Vincente Elena Cecchini a braccia alzate sul traguardo: la friulana è tra le cicliste su strada più forti in attività

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