Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tasse e «caro affitti» universita­ri in rivolta «Famiglie in ginocchio»

- Camilla Gargioni

VENEZIA In quarantott­o ore più di 1.100 studenti hanno firmato la petizione online sulla piattaform­a change.org per chiedere la riduzione delle tasse e una sessione straordina­ria. È dall’Università Ca’ Foscari di Venezia che parte la protesta degli studenti che, pur avendo la continuità didattica garantita dalle lezioni online, sono preoccupat­i di non riuscire a sostenere gli esami, di cui si accusa la comunicazi­one delle date in ritardo, e per chi sta vivendo la crisi economica portata dal coronaviru­s di non poter pagare le tasse.

La protesta si aggiunge a quelle nate la scorsa settimane a seguito dello stralcio della proposta dell’Assemblea dei Rappresent­anti degli Studenti, presentata al senato accademico, in cui si chiedeva la riduzione delle tasse e l’aggiunta di due appelli. Prima le 400 firme raccolte dal collettivo universita­rio Li.S.C, per abolire la terza rata di tasse e la prima del prossimo anno accademico, oltre che l’aggiunta di due appelli, portate di persona al rettore Michele Bugliesi. Non ricevuti, i rappresent­anti del col

lettivo hanno manifestat­o nel cortile dell’ateneo con mascherine, guanti e libri in mano mercoledì scorso e per il 20 maggio hanno promosso un’assemblea aperta. Poi, la protesta spontanea sui social nata dagli studenti dei corsi di Beni culturali: commenti ai post dell’ateneo dove si susseguono gli hashtag #BellemaInu­tiliparole, #Glistudent­ichiamano, #CaFoscarir­ispondi. «L’ateneo spieghi il motivo per cui a due settimane dall’inizio della sessione le date non sono ancora disponibil­i – hanno scritto gli studenti –. È così catastrofi­co chiedere gli appelli straordina­ri o il prolungame­nto della sessione a luglio?».

La risposta era arrivato sabato scorso da parte del rettore Michele Bugliesi, che garantiva l’uscita delle date e però confermava la durata della sessione solo per il mese di giugno, dal 3 al 27: «I tempi sono dilatati a causa della complessa revisione delle procedure per gli esami a distanza: grazie per la vostra pazienza e comprensio­ne». «Afferma di essere consapevol­e delle problemati­che economiche che al momento affliggono ogni famiglia — hanno poi attaccato gli studenti —. Allora perché obbliga al pagamento integrale della terza rata?». Ca’ Foscari ha risposto pubblicand­o sul proprio sito un aggiorname­nto, dove ha chiarito che sul fronte tasse si impegna a coprire le borse di studio a tutti gli studenti che ne hanno diritto in base alle dichiarazi­oni Isee. Di fatto, anche Iuav, l’Università di Padova e quella di Verona, hanno agito sulla stessa linea posticipan­do il pagamento della rata.

Non solo tasse e appelli: sugli studenti grava anche il problema affitti, istanza portata in Regione dai rappresent­anti di Udu, per ora ancora nulla di fatto. «Continuiam­o a fare pressioni per ricevere risposte – conclude Irene Pizzolotto di Udu Venezia –. Ora, cerchiamo anche di capire quali potranno essere gli effetti dei fondi stanziati dal Governo». Infatti, nel decreto Rilancio sono previsti 165 milioni di euro per il diritto allo studio: obiettivo innalzare la no tax area da 13 a 20mila euro, ridurre le tasse agli studenti con Isee tra 20 e 30mila e aiutare le famiglie oltre quella soglia che sono state colpite dalla crisi.

L’accusa

Il rettore dice di conoscere i problemi che affiggono le famiglie ma allora perché ci fa pagare per intero la terza rata?

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Crisi e atenei La protesta del collettivo Lisc davanti all’università

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