Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Altri dieci decessi nelle case di riposo Casa Fenzi, autopsie su tutte le vittime

- S,Ma. - M.Cit.

TREVISO I quindici giorni di «fase due» si vanno a chiudere domenica ma, a ieri, la dinamica epidemica nella Marca sembra aver intrapreso una curva discendent­e: ci sono stati solo tre nuovi casi di coronaviru­s in una giornata e i ritmi di contagio indicano una progressiv­a via d’uscita dall’emergenza. Sono libere dall’isolamento domiciliar­e altre 51 persone (le quarantene sono 835) e 80 pazienti si sono negativizz­ati al virus; i trevigiani ancora positivi al Covid sono 730 su 2.622 casi registrati dal 25 febbraio. Tuttavia, in questa fotografia dai tratti sempre meno allarmanti, continua ad aumentare il numero delle vittime e solo ieri sono stati registrati dieci decessi. Nessuno di questi risulta a carico degli ospedali; uno è avvenuto nella struttura Covid di Vedelago; un trevigiano residente a Cordignano è morto all’ospedale di Jesolo ma non è calcolato fra i lutti registrati nell’Usl 2. È probabile quindi che 9 morti siano avvenute nelle case di riposo della provincia facendo scoppiare nuovamente la paura per i parenti degli anziani ricoverati nelle rsa diventate focolaio. Da settimane non c’era un bollettino di lutti così doloroso, e nella stessa giornata da Casa Fenzi è arrivata un’altra novità: per ogni paziente deceduto sarà disposta l’autopsia, per capire se il virus sia stato causa della morte. Questa mattina il medico legale Antonello Cirnelli, all’istituto di anatomia patologica di Padova, eseguirà gli esami sui corpi di tre ospiti morti fra il 10 e l’11 maggio: Elisa Di Gino Dolfo, Andrea Zanette e Maria Bergo, tutti fra 88 e 92 anni. Dopo le sei dei giorni scorsi, queste tre chiudono il cerchio dei 9 fascicoli aperti dalla procura di Treviso per omicidio colposo a carico di ignoti, uno per ogni decesso sospetto nella rsa di Conegliano. Ma si teme che il numero possa ancora salire vista l’onda lunga del contagio. La procura infatti ad ogni nuovo decesso procederà d’ufficio con l’apertura di un fascicolo e l’autopsia. La struttura è sotto stretta osservazio­ne da metà aprile, finita nel ciclone dopo che molti ospiti e operatori sono risultati contagiati dal coronaviru­s. A fine aprile, in base al report dell’Usl 2, su 190 ospiti i positivi erano 112 (il 58%), fra gli operatori erano positivi in 47 su 160. Agli operatori scrive però Gianni Rossi (ospite e segretario del Comitato Familiari) a nome dei residenti e delle loro famiglie: «Vi ringraziam­o, vi siete prodigati nell’assistenza di tutti noi in un momento di estrema difficoltà. Avete sofferto con noi, avete operato sapendo di mettere a rischio la vostra salute, siete stati meraviglio­si». Un particolar­e ricordo va a Angelo Fantucchio, l’operatore sociosanit­ario morto di Covid-19: «Lo porteremo sempre nel cuore». A Treviso, nelle case di riposo dell’Israa, invece si apre alle visite in tutta sicurezza.

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