Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ripartenza-virus, il patron di Birreria Pedavena: «Da 600 a 240 coperti» Negozi e locali pubblici, caos Gorza: il mio locale? A metà
BELLUNO Hai voglia a dire «Tutti pronti ai nastri di partenza». La «Fase 2» che avrebbe dovuto segnare la rinascita dopo l’emergenza-coronavirus, è ancora avvolta nella nebbia più fitta. Tra decreti che non arrivano e misure di sicurezza di difficile applicazione, il rischio è che lunedì molti negozi, bar e ristoranti tengano giù le serrande. E anche chi aprirà lo farà sapendo che le perdite saranno molte e inevitabili.
Come sa Lionello Gorza, proprietario della «Birreria Pedavena», il locale più grande e noto del Bellunese, una «macchina da guerra» da oltre 900 mila coperti all’anno.
«Noi siamo pronti — spiega — All’ingresso ci sarà un desk dove verranno controllati gli accessi, preferibilmente su prenotazione. E sulle tavole, pane confezionato. Però ho già fatto il conto: perderò il 55% dei posti a sedere. Da 600 passerò a 240». Tutta colpa dei famosi 4 metri quadri per persona. Un limite quasi invalicabile, anche per chi, come la «Birreria Pedavena», spazio ne ha in abbondanza.
«Sfrutteremo al massimo l’esterno — spiega Gorza — ma teniamo conto che le nostre estati sono spesso piovose. Se ho i tavoli in veranda pieni e arriva un acquazzone, cosa faccio?». E matrimoni e cerimonie? Salta un bell’introito. «Avevamo la Sala degli Elefanti prenotata fino a dicembre. Tutto cancellato. Per ora tengo tutti i 55 dipendenti fissi, ma i part-time per ora devo lasciarli a casa».
Pronti a riaprire anche saloni di acconciatura e centri estetici, che chiedono tempo. «Non è rispettoso — commenta Michele Basso, direttore di Confartigianato Belluno — imporre norme e obblighi senza il tempo necessario per poterli attuare». L’auspicio è che gli operatori possano ripartire in tranquillità e sicurezza. «Lavoriamo affinché l’azienda che riapre non si esponga a sanzioni solo per non aver applicato scrupolosamente regole costose e di difficile attuazione».
E Confindustria lancia l’allarme per possibili infiltrazioni mafiose. «Il rischio-usura è altissimo — ha scritto Lorraine Berton in una lettera agli associati — soprattutto dove, come in Veneto, si è ripartiti per primi». Per questo motivo la Prefettura sta coordinando un gruppo interforze costituito da carabinieri, poliziotti e agenti della Direzione investigativa antimafia (Dia) per monitorare il territorio e far presagire reati come usura, truffa e intestazione fittizia di beni. Già attivo un protocollo di legalità per i Mondiali di sci Cortina 2021.
«Situazione di attenzione, non di allarme — ha spiegato il prefetto Adriana Cogode — Sto proponendo anche un’intesa con i Comuni per controllare il sistema di licenze, autorizzazioni e permessi. Avremo bisogno anche delle associazioni di categoria: occorrerà fare squadra. Sono arrivata in un territorio sano e voglio che rimanga tale».
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