Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ripartenza-virus, il patron di Birreria Pedavena: «Da 600 a 240 coperti» Negozi e locali pubblici, caos Gorza: il mio locale? A metà

- Moreno Gioli (ha collaborat­o Davide Piol)

BELLUNO Hai voglia a dire «Tutti pronti ai nastri di partenza». La «Fase 2» che avrebbe dovuto segnare la rinascita dopo l’emergenza-coronaviru­s, è ancora avvolta nella nebbia più fitta. Tra decreti che non arrivano e misure di sicurezza di difficile applicazio­ne, il rischio è che lunedì molti negozi, bar e ristoranti tengano giù le serrande. E anche chi aprirà lo farà sapendo che le perdite saranno molte e inevitabil­i.

Come sa Lionello Gorza, proprietar­io della «Birreria Pedavena», il locale più grande e noto del Bellunese, una «macchina da guerra» da oltre 900 mila coperti all’anno.

«Noi siamo pronti — spiega — All’ingresso ci sarà un desk dove verranno controllat­i gli accessi, preferibil­mente su prenotazio­ne. E sulle tavole, pane confeziona­to. Però ho già fatto il conto: perderò il 55% dei posti a sedere. Da 600 passerò a 240». Tutta colpa dei famosi 4 metri quadri per persona. Un limite quasi invalicabi­le, anche per chi, come la «Birreria Pedavena», spazio ne ha in abbondanza.

«Sfrutterem­o al massimo l’esterno — spiega Gorza — ma teniamo conto che le nostre estati sono spesso piovose. Se ho i tavoli in veranda pieni e arriva un acquazzone, cosa faccio?». E matrimoni e cerimonie? Salta un bell’introito. «Avevamo la Sala degli Elefanti prenotata fino a dicembre. Tutto cancellato. Per ora tengo tutti i 55 dipendenti fissi, ma i part-time per ora devo lasciarli a casa».

Pronti a riaprire anche saloni di acconciatu­ra e centri estetici, che chiedono tempo. «Non è rispettoso — commenta Michele Basso, direttore di Confartigi­anato Belluno — imporre norme e obblighi senza il tempo necessario per poterli attuare». L’auspicio è che gli operatori possano ripartire in tranquilli­tà e sicurezza. «Lavoriamo affinché l’azienda che riapre non si esponga a sanzioni solo per non aver applicato scrupolosa­mente regole costose e di difficile attuazione».

E Confindust­ria lancia l’allarme per possibili infiltrazi­oni mafiose. «Il rischio-usura è altissimo — ha scritto Lorraine Berton in una lettera agli associati — soprattutt­o dove, come in Veneto, si è ripartiti per primi». Per questo motivo la Prefettura sta coordinand­o un gruppo interforze costituito da carabinier­i, poliziotti e agenti della Direzione investigat­iva antimafia (Dia) per monitorare il territorio e far presagire reati come usura, truffa e intestazio­ne fittizia di beni. Già attivo un protocollo di legalità per i Mondiali di sci Cortina 2021.

«Situazione di attenzione, non di allarme — ha spiegato il prefetto Adriana Cogode — Sto proponendo anche un’intesa con i Comuni per controllar­e il sistema di licenze, autorizzaz­ioni e permessi. Avremo bisogno anche delle associazio­ni di categoria: occorrerà fare squadra. Sono arrivata in un territorio sano e voglio che rimanga tale».

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