Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Apriamo asili e centri estivi»
Zaia chiede a Roma il via libera da lunedì. Locali e negozi, il governo valuta le norme regionali
Non solo negozi, ristoranti e parrucchiere: se arriverà il via libera del governo, lunedì la Regione riaprirà anche asili, materne e centri estivi. «Un aiuto ai genitori che sono tornati al lavoro» dice Zaia. Il governo apre e lavora ad una soluzione per l’arrivo dei turisti stranieri.
VENEZIA La precisazione è d’obbligo, per non accrescere la confusione (che è già tanta in un Paese dove in tre mesi sono stati emanati tra Stato e Regioni 700 diversi provvedimenti, 14 solo in Veneto) e per non alimentare false speranze (nei nonni, soprattutto, oltre che in mamme e papà): se, e sottolineiamo se, il governo concederà alla Regione l’autonomia richiesta per la seconda ondata di aperture dopo quella del 4 maggio, da lunedì in Veneto potranno riaprire i battenti non solo negozi d’ogni tipo, bar e ristoranti, parrucchiere ed estetiste, palestre, circoli sportivi e piscine, ma anche asili, scuole materne, centri estivi, campi scuola, Grest e fattorie didattiche. Una novità dirompente, per le famiglie alle prese con la chiusura delle scuole e ora pure col ritorno al lavoro dei genitori, al punto che già qualche minuto dopo l’annuncio del governatore Luca Zaia, nelle celeberrime «chat delle mamme» era tutto un inoltrare ed un copia & incollare, tra punti esclamativi ed emoticon esultanti.
Come per gli altri allentamenti annunciati negli ultimi giorni da Zaia (3 metri anziché 5 per gli ombrelloni, 2 metri anziché 4 per i tavoli al ristorante, 1 metro tra le poltrone del parrucchiere e più in generale per qualunque attività, purché si sia muniti di mascherina), tutto dipenderà dalla risposta del governo, attesa tra oggi e domani. La richiesta della Regione è nota: permettere al Veneto di adottare le proprie linee guida per le riaperture, messe a punto dal Dipartimento di prevenzione, lasciando i più restrittivi protocolli dell’Inail alle sole Regioni che non sono in grado di far da sé. «Io sono fiducioso - dice Zaia - se la parola data vale qualcosa, e il governo ha ancora una credibilità, penso che la risposta sarà positiva perché così ci è stato preannunciato in video conferenza dal premier Giuseppe Conte».
Per l’ufficialità non resta dunque che attendere qualche ora e poi il nuovo Dpcm che dovrebbe essere firmato alla volta di domenica (quello precedente scade infatti lunedì) e che dovrebbe appunto contenere esplicita delega alle Regioni per le regole sulle riaperture. Un passaggio, come detto, dato quasi per scontato a Palazzo Balbi, anche se è sempre meglio andare cauti anche perché, come ha spiegato lo stesso Zaia, «se il Dpcm non ci desse margini di manovra allora avremmo le mani legate, andrebbero applicate le linee guida dell’Inail tout court ed io non avrei alcun potere di allentare o derogare alcunché». Anche perché di mezzo c’è il tema, delicatissimo, degli «infortuni sul lavoro», ossia i contagi da Covid che dovessero verificarsi all’interno delle attività riaperte (sono già 37 mila le cause in tutta Italia, 3.300 in Veneto). L’Inail ha fatto sapere di non volersi fare carico di eventuali episodi che dovessero verificarsi in locali che non rispettano le sue prescrizioni, anche se il presidente Franco Bettoni ha rimesso alla politica la sintesi che può mettere tutti d’accordo. «Se io fossi un ristoratore a questo punto aspetterei ancora qualche giorno - allarga le braccia Zaia -. Meglio muoversi a bocce ferme, quando il quadro normativo sarà stato chiarito».
Se dovesse arrivare il via libera, la Regione assicura di essere già pronta, con un modello «chiaro e semplice» ispirato alle esperienze di Germania e Austria. Il Dipartimento di prevenzione ha pronte le linee guida anche per palestre, circoli sportivi e piscine, che il Veneto vorrebbe riaprire già lunedì e non il 25 maggio come invece ipotizzato dal governo, per i teatri, che saranno riaperti solo per le prove e non per gli spettacoli («Cinema, discoteche, parchi divertimento dovranno invece attendere ancora, probabilmente a dopo il primo giugno») e, novità di ieri, per asili, scuole materne, centri estivi, campi scuola, Grest, fattorie didattiche, che l’Inail non ha invece preso in considerazione fino ad oggi. «I servizi devono essere ricreativi precisa l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin - non educativi. Non stiamo parlando di lezioni ma di sostegno e as
sistenza alle famiglie, alla luce del perdurare della chiusura delle scuole e del ritorno dei genitori al lavoro». Il protocollo è stato redatto insieme agli attori del settore e prende le mosse dalla proposta presentata un mese fa alla Regione dalla Fism, la federazione delle scuole materne paritarie, che prevede misurazione della temperatura a tutti, gruppi di cinque bambini da 0 a 6 anni e di dieci da 7 a 14 anni, uso della mascherina per i più grandi, nessun assembramento, uso soprattutto degli spazi esterni, scarpe «dedicate» disinfettate ogni giorno, ripetuti «lavaggi mani», dispenser con gel igienizzanti, saponi disinfettanti, accessi al bagno contingentati, se necessario entrate e uscite scaglionate.
«Non vediamo perché il governo dovrebbe mettersi di traverso - commenta Lanzarin - non hanno appena stanziato 150 milioni per le famiglie, che in parte dovranno finanziare proprio i voucher per i centri estivi? Se ne deduce che i centri estivi saranno consentiti e noi siamo pronti a partire da lunedì».
Intanto, dopo l’intesa firmata con la Provincia di Trento, ieri Zaia ha chiuso anche con il Friuli Venezia Giulia l’accordo per consentire ai famigliari che vivono a cavallo del confine di incontrarsi.