Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Si apre «Noi ripartiamo così»
Interni firmati Scarpa, abiti campione per la prova, quarantena e pulizia per i capi che il cliente lascia, camerini sanificati. Lo store di Treviso fa da modello per Sisley: «Aggravio nei costi ma serve ottimismo»
TREVISO Lo shopping post-Covid sarà diverso in tante, tantissime cose. Una su tutte sarà la sparizione (chissà per quanto) dagli usi e consumi durante le passeggiate di quella frase pronunciata mille volte: «Entro solo per dare un’occhiata». Tra ingressi contingentati, camerini ad accesso ridotto, casse schermate dal plexiglass e tempi di attesa più lunghi del solito, il commercio si prepara a una rivoluzione che coinvolge gestori, commessi e clienti. Il negozio Sisley di via XX Settembre da lunedì riaprirà alla ricerca di quella routine sospesa il 10 marzo, e lo farà rinnovato nella collezione e nel design. Soprattutto, però, nella sicurezza anti-contagio con adeguamenti che vanno dal ricambio dell’aria alle distanze, dalla sanificazione degli abiti al contapersone.
Dovranno farlo tutti, nessuno escluso. Le linee guida definitive non sono ancora state comunicate ma manca una manciata di giorni e bisogna cominciare a organizzarsi anche perché le incombenze (pratiche e burocratiche) sono parecchie. Un viaggio nei due piani del negozio aiuta a capire come cambieranno le cose in tutti i locali, almeno nel settore abbigliamento: «Avevamo cominciato a riprogettare il negozio di Treviso prima del lockdown per aprire in primavera ma come per molti altri appuntamenti anche questo è slittato – spiega Paolo Battacchi, responsabile business Sisley -. Abbiamo quindi pensato che fosse l’occasione per rivedere le modalità di sicurezza assieme a quelle espositive». Si parte allora con un messaggio di positività in vetrina con la scritta «Finally Freedom»; dentro, spazio ed espositori sono ripensati con attenzione alle contingenti misure di prevenzione.
La merce esposta sarà molta, ma solo un solo pezzo «campione» per ogni capo che non potrà essere toccato; la commessa cercherà in magazzino l’oggetto scelto e lo consegnerà in due versioni, per essere sicura che si possa trovare la soluzione migliore; ogni cliente potrà provare due capi per volta. In attesa di disposizioni, il gruppo ha deciso che gli abiti provati e non acquistati saranno riportati in magazzino, dove faranno una quarantena di 36 ore, e poi saranno puliti con una macchina a vapore a 100 gradi. La questione magazzino diventa quindi fondamentale: «Abbiamo deciso di avere molto assortimento, rafforzando i capi disponibili». Dopotutto, dopo la prova non potranno essere toccati per un giorno e mezzo. Bisognerà, necessariamente, prevedere molta merce pronta all’uso. Fuori uno, dentro un altro. Come per i clienti: massimo otto presenti contemporaneamente.
I camerini sono ancora tre ma si entra uno per volta, gli altri aspettano a distanza di un metro; uscito il cliente, il camerino utilizzato sarà pulito. Vien da sé che dovrà esserci un numero di lavoratori sufficiente all’interno del negozio perché uno dovrà monitorare gli accessi e un altro occuparsi delle operazioni di igiene. Il sistema di aerazione è stato potenziato, la sanificazione sarà fatta ogni sera, e sui banchi sono dislocati tre contenitori di gel igienizzante per i clienti. «Certo, per noi è un aggravio di gestione ed economico, ma in una logica positiva e di fiducia proviamo a vedere come va».
La novità, nel giorno della riapertura, sarà il restyling dell’architetto Tobia Scarpa, uomo di fiducia della famiglia Benetton, che ha firmato gran parte dei progetti residenziali, industriali e culturali del gruppo ponzanese. Dei 250 punti vendita Sisley in Italia, Treviso sarà l’unico ad essere rivoluzionato con bianchi e neri, specchi e diagonali che spezzano le pareti come in un caleidoscopio. Niente manichini, ma sagome di cartone progettate e disegnate dall’architetto Scarpa. Si riparte nuovi, perché tutto è nuovo.