Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Lo Stato non paga, l’azienda finisce in concordato Il caso va in parlamento
VICENZA Il ministero della Giustizia deve all’azienda 5 milioni di euro più gli interessi, in virtù di sentenze passate in giudicato da più di un anno. Di soldi, però, alla Berica Impianti ancora non se ne sono visti: il caso è quello di un’azienda di Arzignano (Vicenza) finita in concordato e ora a rischio fallimento. «Il ministero, che dovrebbe far rispettare le sentenze, non rispetta questa in cui è condannato a risarcire. Non staremo fermi – avverte l’avvocato della Berica, Claudio Solinas – abbiamo già presentato esposti alla Corte dei conti e se non si sbrigano chiederemo dei pignoramenti in tesoreria».
Sulla vicenda il deputato vicentino Pierantonio Zanettin (Forza Italia) ha ottenuto una risposta dal governo a una propria interpellanza urgente. «Una risposta non soddisfacente, per una situazione paradossale – osserva il parlamentare – c’è una sentenza, emessa a Torino più di un anno fa, che condanna il ministero a un risarcimento. Loro parlano di pagare per ora solo una parte, cinque milioni: è assurdo, quanto è dovuto con gli interessi moratori va dato senza discutere». Zanettin ha anche consigliato al governo di trovare una transazione sulle altre cause aperte con Berica Impianti, prima che si arrivi al giudizio: secondo il parlamentare, il ministero rischia di perderle tutte. La vicenda è iniziata a fine anni 2000 quando l’azienda di Arzignano, presieduta (fino al concordato) dall’ex sindaco arzignanese Severino Trevisan, si è aggiudicata un bando del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per la realizzazione di impianti di cogenerazione in 14 penitenziari italiani. Durante la gestione l’azienda si è trovata coinvolta in una serie di contenziosi con l’amministrazione pubblica riguardanti la revisione dei prezzi delle materie prime, che veniva negata. La ditta è andata in concordato preventivo (omologa a dicembre 2019) perché non è stata più in grado di pagare debiti per 12,5 milioni di euro. I contenziosi con lo Stato sono per oltre 19 milioni di euro. Ma nonostante le sentenze, i soldi non si sono visti.