Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«La Biennale Architettura? Si farà ma con meno ospiti»
Confermata l’edizione (ridotta) che aprirà il 29 agosto. Non mancano le defezioni, dall’Australia alla Russia. Rimangono gli eventi collaterali. Il problema dei costi
Il no comment è fermo e deciso: nessuna dichiarazione da parte della Biennale circa le voci che da settimane ipotizzavano eventuali cancellazioni della mostra di Architettura «How will we live together?», curata da Hashim Sarkis in programma a Venezia dal 29 agosto prossimo. «È tutto confermato» è la sintetica risposta che arriva da Ca’ Giustinian, sede della Fondazione ora presieduta da Roberto Cicutto. Inizialmente prevista dal 23 maggio, a causa Covid-19 la 17esima edizione dell’esposizione era stata spostata a ridosso della Mostra del Cinema, confermata dal 2 al 12 settembre. Così si verrebbe a ricreare uno di quegli incroci culturali tipici della Laguna, che richiama in città pubblico di ogni provenienza, anche a beneficio delle categorie (turismo ed eventi in primis) pesantemente colpite dal lockdown.
Finora tutti i Paesi invitati a partecipare hanno dato la loro disponibilità, e alcuni hanno già provveduto a diffondere cartelle stampa e materiale fotografico come il Padiglione della Repubblica Domenicana che esporrà Conexión dell’architetto Lidia León Cabral alla Chiesa Anglicana di San Giorgio. Solo due hanno annunciato defezioni: l’Australia, che circa un mese fa ha comunicato la rinuncia alla partecipazione, e la Russia, che ha manifestato la volontà di essere presente con un evento online, non specificando se farà qualcosa anche in loco.
Per il resto sono confermate anche le 15 mostre collaterali (due in più dell’ultima edizione), come «Domus. Architecture, Materials, Innovative Systems» organizzata da Zuecca Projects alla Galleria InternArte, che ha già iniziato la comunicazione. Una sorte diversa spetterebbe alle numerose esposizioni che ruotano ogni anno intorno alla Biennale e che risulterebbero decimate. I costi elevati degli affitti degli spazi e degli allestimenti, sommati alle spese di
trasferta, non giustificherebbero una durata delle esposizioni ridotta a soli tre mesi. La chiusura, infatti, è rimasta invariata al 29 novembre e, mentre la visibilità di 7 mesi di apertura al pubblico ammortizzerebbe il costo totale, un trimestre risulta troppo oneroso rispetto ai benefici garantiti.Molte perplessità giungono anche dagli operatori del settore che, pur augurandosi che il programma venga confermato, temono disdette soprattutto dall’estero. «È un problema di logistica – specifica uno storico organizzatore lagunare-, il perdurare della chiusura degli aeroporti rende difficile l’arrivo a Venezia dei promotori. Se il trasporto aereo delle merci è rallentato, ma in qualche modo è garantito, al momento non c’è una data certa per la ripresa dei voli internazionali per le persone. Inoltre, a differenza di Milano dove manifestazioni come il Salone del Mobile possono contare su un vasto pubblico locale, il bacino veneziano è ridotto».
Anche l’ipotesi ventilata ieri di far slittare al prossimo anno la mostra di Architettura, spodestando quella di Arte, viene ritenuta impraticabile dagli addetti del settore: «Non avrebbe senso, l’esposizione d’Arte ha ricadute economiche e di pubblico molto superiori ad Architettura, oltre al fatto che tanti spazi sono già stati prenotati per il prossimo maggio». E i vernissage di inaugurazione? «I promotori si stanno orientando a trasformarli in finissage a novembre, quando ci si augura di essere tornati alla normalità».