Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Esplosione e fiamme torna l’incubo dell’allarme chimico

Rogo alla 3V Sigma, due feriti gravi Inchiesta della procura. «In strada ho visto gente colta da malore». Il Comune: «Chiudetevi in casa»

- di Giacomo Costa

Uno scoppio, improvviso,

VENEZIA e poi il fuoco, alto e rosso, nel cuore di una colonna di fumo densa come ovatta e più nera della notte. Ai suoi piedi, tra i ferri delle impalcatur­e sparpaglia­ti dall’esplosione, trenta operai che fuggono in tutte le direzioni, terrorizza­ti, piccoli come formiche nella scala ciclopica imposta da quel mostro scuro che si allunga fino al cielo. Qualcuno scappa con il cellulare in mano, chiama il 115: «Sentite!», urla al centralino dei vigili del fuoco allontanan­do il microfono dalla bocca e voltandolo verso le fiamme per intercetta­re un altro botto, fortissimo. Chi ha trovato riparo non ha tempo per tirare il fiato, segue con gli occhi la nuvola tossica che ancora si gonfia e si sposta, poi guarda oltre: verso l’abitato di Marghera, Mestre,

Venezia.

Quando il fuoco divampa sono da poco passate le dieci del mattino a Malcontent­a, oltre i cancelli dello stabilimen­to industrial­e 3V Sigma, azienda specializz­ata in solventi, vernici e componenti chimici. L’incidente si è consumato all’ombra di un serbatoio di stoccaggio, lo stesso che poi è stato consumato dal rogo, spargendo nell’aria i suoi veleni. Se i dipendenti dell’impianto hanno chiamato i pompieri, neanche dieci minuti dopo sono stati i lavoratori delle imprese vicine - tutte concentrat­e attorno al perimetro dello storico petrolchim­ico veneziano - ad allertare la sala operativa Simage, il Sistema integrato di monitoragg­io ambientale e gestione delle emergenze, che dal 1998 sorveglia Porto Marghera; la 3V Sigma, d’altronde, è l’unica realtà della zona a non aver aderito al protocollo, eppure i soccorsi devono partire sempre da quei telefoni. E i tecnici dell’azienda sono arrivati solo tre ore dopo.

Nelle prime ricostruzi­oni il detonatore sarebbe un saldatore, utilizzato da due operai di una ditta esterna, la General Montaggi di Terni, impegnati in una manutenzio­ne sulle condutture. Entrambi trentenni di origine straniera, sono stati travolti dall’esplosione e hanno riportato ustioni al 50 e al 30 per cento del corpo: il più grave, indiano, è stato portato d’urgenza in elisoccors­o a Verona; l’altro, romeno, è scappato in strada e ha fermato una persona, che l’ha accompagna­to all’ospedale di Dolo, da cui poi è stato spostato a Padova. Pare che abbiano cercato anche di spegnere l’incendio, ma in realtà avrebbero fatto peggio. Ma ci vuole quasi un altro quarto d’ora per verificare le notizie che arrivano a pioggia: alle 10.40 i tecnici Arpav e i camion dei vigili del fuoco partono finalmente verso Malcontent­a, in forze: trenta automezzi, novanta operatori, da Mestre, Mira, San Donà di Piave, da tutti i comandi vicini. Cinque minuti dopo le sirene di allerta suonano una cantilena che non si sentiva da anni, quella dell’allarme chimico. Una precauzion­e decisa da Comune e Municipali­tà prima ancora di sapere se il rischio è confermato, che arriva accompagna­ta da un unico messaggio: chiudetevi in casa, tutti quanti, chiudete le porte e le finestre. Intorno all’impianto che brucia c’è ancora il caos, la paura si propaga come il più veloce dei virus, c’è chi decide di evacuare gli stabilimen­ti vicini, ma la ritirata diventa presto una rotta disordinat­a: «C’era perfino qualcuno che si è dovuto fermare durante la fuga dalla Sigma perché si sentiva male, qualcun altro ha vo

I ritardi e il caos

L’azienda non ha allertato il sistema di emergenza. Per alcuni minuti c’è stato il caos

mitato, erano nel panico - racconta Enrico Piovan, responsabi­le della vicina filiale WErent Noi a quel punto abbiamo cominciato a preparare l’evacuazion­e».

Nelle zone residenzia­li di Mestre i carabinier­i allertano i negozi, la protezione civile telefona ai punti vendita per dire di chiudere tutto; a Marghera, invece, la polizia municipale attraversa le aree commercial­i in auto, urlando con il megafono di stare al riparo. Ognuno cerca di attivarsi, ma nella confusione mancano indicazion­i univoche e tanti decidono da soli: Actv devia i bus, Ferrovie interrompe la linea, Cav chiude il tratto autostrada­le di Marghera e lo riaprirà con le sirene del cessato allarme, che suonano alle 14. «È stato uno scampato pericolo per la popolazion­e - dirà allora il sindaco Luigi Brugnaro - Aspettiamo di vedere cosa è successo, il rapporto dei vigili del fuoco e cosa dirà il magistrato». Il vero miracolo è stato il contenimen­to del rogo a un solo serbatoio: se fossero bruciati anche i suoi due gemelli, adiacenti, l’incendio starebbe ancora consumando lo stabilimen­to; andranno svuotati, ma servirà un progetto specifico, impossibil­e in tempi brevi. La Sigma - lo ricorda sempre il primo cittadino, facendo eco alle denunce della Cisl - era già finita sotto esame: due volte da parte dello Spisal, a luglio scorso gli operai scioperava­no per chiedere più sicurezza, due mesi fa le sigle scrivevano al prefetto e a inizio settimana denunciava­no maxi-taniche di xilene ammassate senza alcuna precauzion­e. La procura di Venezia ha già aperto un’inchiesta, lo stesso procurator­e capo Bruno Cherchi nel pomeriggio è andato in sopralluog­o a Malcontent­a.

«Dobbiamo evitare che simili eventi possano ripetersi», ha affermato il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. «E’ fondamenta­le garantire la sicurezza del lavoro e la tutela dell’ambiente», ha rimarcato il collega dell’Ambiente Sergio Costa. Intanto, complice anche la pioggia, i primi rilievi Arpav parlano di un’area di un chilometro contaminat­a dai fumi, ma anche della tracimazio­ne in laguna delle acque degli idranti ormai cariche di solventi. Nei prossimi giorni arriverann­o le altre analisi, che richiedono più tempo.

(ha collaborat­o A. D’Este)

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La grande nube nera che si è elevata ieri mattina dalla 3V Sigma di Porto Marghera dopo l’esplosione e l’incendio nel quale sono rimasti feriti due operai (Foto Vision, Errebi e Vvff)
Fumo nero La grande nube nera che si è elevata ieri mattina dalla 3V Sigma di Porto Marghera dopo l’esplosione e l’incendio nel quale sono rimasti feriti due operai (Foto Vision, Errebi e Vvff)

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