Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Zaia: «I brillanti li aspetto sulla porta degli ospedali Se continua così chiudo tutto»
L’ira del governatore per i tanti video sugli eccessi della Movida. E si torna a parlare di una app veneta per i contatti
VENEZIA All’inizio di maggio, al primo allentamento del lockdown, era stato il sindaco di Milano Beppe Sala a dirsi «incazzato» per gli aperitivi sui Navigli, tutti belli vicini vicini, bicchiere in mano e mascherina in tasca. Ora è il governatore Luca Zaia ad infuriarsi, davanti alle foto e ai video che rimbalzano in Rete sulla movida che da Venezia a Padova, ma in realtà un po’ ovunque in Veneto, ha visto lunedì sera frotte di giovani (e meno giovani) riversarsi nelle piazze e nelle strade, come se nulla fosse successo dalla fine di febbraio ad oggi.
Sala, nel suo messaggio ai milanesi da Palazzo Marino, era apparso davvero furibondo e aveva annunciato l’invio immediato di più vigili per i controlli, con la minaccia di multe a pioggia. Zaia, invece, nella sede della protezione civile di Marghera sembra più deluso che arrabbiato, quasi vivesse quelle immagini come una sorta di tradimento da parte della sua comunità: «La Regione non ha il potere di mandare le forze dell’ordine e personalmente considererei un fallimento dover convocare un tavolo con i prefetti, i vertici della polizia e dei carabinieri per chiedere loro di inseguire i veneti senza mascherina. Lo trovo un fatto avvilente, dai, lo Stato di polizia per la mascherina, dopo tutto quello che abbiamo vissuto in queste settimane».
E però la Regione un potere ce l’ha ed è quello di chiudere tutto di nuovo, rendendo più stringenti le regole stabilite dagli ultimi provvedimenti (in Lombardia, Piemonte,
Campania, ad esempio, le riaperture non sono estese come in Veneto) e su questo Zaia lancia un avvertimento chiaro agli adepti dello spritz libero: «In questa settimana terremmo sotto controllo la curva dei contagi: se torneranno a salire, si chiude tutto un’altra volta. Bar, negozi, attività. Si torna a casa con il silicone alle porte, voglio vedere chi si lamenta. E quelli che oggi fanno i brillanti, li aspettiamo sulla porta degli ospedali, anche se mi dà fastidio pensare che magari sono gli stessi che poi vanno a fare la morale a tutti sui social network...». Zaia, attivo un po’ dappertutto sul web, da Instagram a Facebook, è da sempre attentissimo agli umori della Rete: «Vedo tante persone giustamente indignate, che mi scrivono, mi segnalano situazioni allucinanti, con senso civico e rispetto zero. Ma vedo anche gente che propina teorie strampalate, terrapiattisti, complottisti, antiscientisti. Ognuno è libero di pensarla come vuole ma abbiano almeno rispetto per i 1.820 morti del Veneto. È stata la strage dei nostri nonni, quelli che hanno reso grande la terra in cui viviamo».
Dal Pd, però, il consigliere regionale Andrea Zanoni contesta a Zaia la scelta di non ricorrere al pugno duro, limitandosi alla reprimenda a mezzo stampa: «È arrabbiato per i troppi giovani senza mascherina? Lo dica al sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto Mario Conte (leghista come Zaia, ndr.), che dichiara apertamente come i vigili della sua città non faranno multe. Anziché aspettare i cittadini fuori dall’ospedale, affermazione di cattivo gusto, perché non aspetta Conte fuori dal Municipio? Senza sanzioni e affidandoci esclusivamente alla responsabilità dei singoli, non andiamo lontano, anche perché non tutti, purtroppo, hanno la stessa sensibilità. E le istituzioni non possono abdicare al proprio ruolo».
Che da lunedì il lockdown sia solo un lontano ricordo lo dimostra pure la periodica analisi della mobilità dei veneti realizzata dalla Regione in collaborazione con Tim utilizzando le celle telefoniche, secondo cui l’altro ieri gli spostamenti all’interno dei confini regionali sono stati ben 5 milioni 370 mila, la punta più alta da lunedì 9 marzo, vigilia della chiusura totale, quando furono 5 milioni 386 mila. Si è insomma tornati pienamente all’epoca pre-emergenza Covid, con un più 78% rispetto al punto più basso toccato il 30 marzo, quando gli spostamenti furono appena 3 milioni. Anche per questo la Regione ha emanato una nuova ordinanza in tema di trasporto pubblico locale, che ricalca in toto le indicazioni ricevute dal ministero dei Trasporti per la «Fase 2» alzando la capienza dei mezzi pubblici dal 30% al 50%, grazie anche ad una non meglio precisata «utilizzazione in verticale delle sedute», modalità che «ove realizzabile, consentirà, escludendo un posizionamento faccia a faccia, di ridurre la distanza interpersonale di un metro con un maggiore indice di riempimento dei mezzi». Fermo restando l'obbligo di indossare la mascherina.
Più spostamenti, uniti al denunciato scarso rispetto delle regole di sicurezza, impongono ovviamente più controlli, onde evitare che scoppino nuovi focolai e i contagi riprendano il decollo. In questo senso, per settimane si è parlato del varo di un’app nazionale, «Immuni», che avrebbe dovuto favorire il tracciamento dei contatti dei positivi, app di cui però «si sono perse le tracce» ha allargato ieri le braccia Zaia. E quindi anche qui la Regione si sta attrezzando per fare da sé: «Domani (oggi, ndr.) avrò l’ultima riunione per valutare un progetto di biosorveglianza attiva su scala regionale, alternativo all’app del governo. Ho sempre sostenuto la necessità di un sistema di tracciamento nazionale ma visto che su quel fronte lì non si procede, intanto ci muoviamo noi». Il governatore non ha voluto fornire dettagli ma secondo indiscrezioni potrebbe trattarsi di un’implementazione del software già venduto alla Regione all’inizio dell’emergenza dalla multinazionale Engineering Spa, basata proprio sul tracciamento dei pazienti positivi al Covid.
Gli indignati
Vedo tante persone giustamente indignate, che mi scrivono, mi segnalano situazioni allucinanti, con senso civico e rispetto zero. Io non ho il potere di muovere le forze dell’ordine ma se la curva risale richiudo tutto
I terrapiattisti
A dire il vero vedo anche gente che propina teorie strampalate, terrapiattisti, complottisti, antiscientisti. Ognuno è libero di pensarla come vuole ma abbia almeno rispetto per i 1.820 morti del Veneto