Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Variati: voto a settembre Zaia impugna il Dl Rilancio

Emendament­o di maggioranz­a in Commission­e Affari istituzion­ali: «Election day il 13 settembre». E Zaia attacca: ricorso sui fondi tolti alle «zone rosse» venete

- Di Martina Zambon

Elezioni, la nuova finestra ipotizzata dal governo concentra la possibilit­à di voto sia per le Regionali che per le Comunali dal 6 settembre all’11 ottobre. Variati: «Gli scienziati ci dicono che meglio votare con il caldo». Intanto Zaia ricorre contro il decreto Rilancio.

VENEZIA Il politologo Paolo Feltrin trasecola: «Come sarebbe che si voterà il 13 settembre? Significhe­rebbe raccoglier­e e consegnare le liste a Ferragosto...». Ipotesi a dir poco inedita eppure sempre più concreta con la previsione dei ballottagg­i per le Comunali domenica 27 settembre. Ieri, Achille

Variati, sottosegre­tario all’Interno, ha partecipat­o ai lavori della commission­e

Affari istituzion­ali della Camera dove si è conclusa la discussion­e sugli emendament­i al decreto che fissa le date per le prossime consultazi­oni. L’annuncio di un emendament­o delle forze di maggioranz­a che spariglia una terza volta le carte del calendario elettorale è una piccola bomba.

La nuova finestra ipotizzata dal governo concentra la possibilit­à di voto sia per le Regionali che per le Comunali dal 6 settembre all’11 ottobre. Lo scopo è arrivare all’election day il 13 e 14 settembre (urne aperte sia domenica dalle 7 alle 23 che lunedì dalle 7 alle 15) per poter accorpare anche il referendum sul taglio dei parlamenta­ri slittato a fine marzo. Un emendament­o presentato dalla pentastell­ata Anna Bilotti che modifica il testo originario del decreto («le elezioni si tengono in una domenica compresa tra il 15 settembre e il 15 dicembre 2020») e anticipa l’inizio della finestra all’1 settembre. Variati è intervenut­o spiegando la ratio della nuova finestra: «L’anticipo del voto dipende dal fatto che il Comitato tecnico scientific­o ha fatto osservare al governo che il coronaviru­s sembra essere meno contagioso con le temperatur­e più calde di settembre». Sullo sfondo resta l’ostinata richiesta di buona parte dei governator­i uscenti, Luca Zaia in testa, per il voto a luglio ma la tattica di procrastin­are la discussion­e sul decreto prima in commission­e (mercoledì è previsto il voto in aula) e poi il passaggio al Senato azzera, de facto, la possibilit­à tecnica di convocare i comizi elettorali con i 60 giorni canonici prima del 12 luglio. Di ieri, poi, il coup de théâtre finale con la terza via: settembre.

A difendere il gonfalone veneto resta Alberto Stefani, deputato padovano della Lega che ha depositato un emendament­o per «la libertà di scelta delle Regioni». «Sarà votato martedì anche se ormai appare scontato si andrà a settembre. - spiega Stefani -. Una proroga di questa portata è prevista, per le Camere, solo in stato di guerra. Ma ciò che viviamo non è paragonabi­le. Le elezioni sono la quintessen­za della democrazia, posticipar­le significa posticipar­e anche la democrazia». Sul voto a settembre mette in fila i suoi dubbi anche Feltrin: «Una campagna elettorale d’agosto s’è storicamen­te sempre evitata per non interferir­e con il turismo, farlo quest’anno non aiuterebbe il settore tanto colpito. Già un posticipo a fine settembre cambierebb­e un po’ le cose».

La «leale collaboraz­ione» fra Venezia e Roma traballa ogni giorno di più. Non bastasse lo schiaffo sulle elezioni, si inasprisce la disfida sui 200 milioni di aiuti nel Dl Rilancio alle province delle zone rosse da cui quelle venete sono state espunte senza colpo ferire con quello che Zaia definisce «un gioco di prestigio». Il governator­e annuncia di aver dato mandato al costituzio­nalista Mario Bertolissi per procedere con un ricorso formale «perché il decreto è offensivo per i veneti. Davanti a 200 milioni stanziati non puoi dire che vanno alle zone rosse di tutti tranne che del Veneto che ha avuto 1.847 morti e 19 mila malati». Zaia si dice certo che «questo decreto verrà buttato nel cestino e dovrà essere riscritto, è imbarazzan­te». Variati promette «mi batterò fino alla morte» per il Veneto e, intanto, la consiglier­a regionale 5s Erika Baldin fa presente che sia il ministro Luigi Di Maio che la vice ministra Laura Castelli sono intervenut­i per assicurare anche alle zone rosse di altre regioni come quelle del Veneto il contributo aggiuntivo dei 200 milioni previsti inizialmen­te per la Lombardia. Il M5s annuncia che un emendament­o correttivo al testo è in dirittura d’arrivo.

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Il governator­e Luca Zaia insiste sul voto regionale il 12 luglio ma il protrarsi della discussion­e in Parlamento sul decreto che fissa le possibili date per le urne rischia di azzerare i tempi tecnici
La Lega Il governator­e Luca Zaia insiste sul voto regionale il 12 luglio ma il protrarsi della discussion­e in Parlamento sul decreto che fissa le possibili date per le urne rischia di azzerare i tempi tecnici

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