Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Martini: «Spazi flessibili e un cartellone ad hoc Vorrei partire in luglio»

- Marianna Peluso

«Per giocare a calcio, è necessario avere un campo rettangola­re. Se diventa circolare, la situazione cambia». Usa una metafora calcistica Alberto Martini, direttore artistico del Teatro Ristori di Verona, per spiegare la sua prospettiv­a riguardo al futuro. «Ho ripensato al teatro, sia dal punto di vista della programmaz­ione che della fruizione – confessa – la speranza è di riaprire le porte a luglio, con un cartellone ad hoc». Il tempo per adeguare gli spazi sarà veloce, grazie a un sistema modulabile che trasformer­à la platea distanzian­do le poltrone (quindi senza l’effetto di sedute vuote). «Sarà impossibil­e per ora proporre concerti con 60 musicisti, ma abbiamo pensato a organici flessibili, come hanno fatto l’1 maggio i Berliner Philharmon­iker: il concerto è stato eseguito da 30 musicisti, invece che da tutti 120, distanziat­i, nella grande sala della Philharmon­ie». Come aveva già fatto anche Igor Stravinski­j con l’Apollon Musagète, riducendo il numero dei personaggi ed eliminando il superfluo, così il maestro Martini ripensa al cartellone, che sarà caratteriz­zato da grande musica con formazioni flessibili, artisti italiani e coreografi­e senza contatti. «Abbiamo cambiato atteggiame­nto nella quotidiani­tà – conclude – adesso dobbiamo imparare a fare lo stesso nei confronti dell’arte».

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