Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il dj Mauro Ferrucci «Ecco il futuro della nightlife»

L’intervista Il dj veneziano e gli scenari della nightlife: «Torniamo alle emozioni. Il problema dell’affollamen­to esiste, al Muretto l’anno scorso siamo arrivati a 4mila persone»

- Verni

«Sono convinto che al di là del dramma delle perdite di lavoro, anche questa crisi, come tutte le precedenti, darà grandi opportunit­à». A dirlo, controcorr­ente, è il dj e producer veneziano Mauro Ferrucci, gloria nazionale della house, vincitore di un Sanremo come produttore e con una collezione di dischi d’oro per il suo lavoro trentennal­e.

Come ha vissuto questo momento di lockdown?

«Inizialmen­te ero sbalordito e non riuscivo a valutare la gravità della situazione. Poi, in pieno lockdown, ho visto che, senza lo stress della routine lavorativa, mi trovavo a mio agio. Ho avuto la fortuna di vivere due mesi incantevol­i con la mia famiglia grazie anche al parco intorno a casa».

Questa lunga pausa farà bene o male al suo settore?

«Non certo in tempi brevi, ma in un paio d’anni farà molto bene. La nightlife in Italia da due anni sta soffrendo tantissimo: è incappata in una fortissima crisi di identità. Tutto è accaduto nel silenzio colpevole di noi operatori. Se negli anni Novanta l’Italia era un faro per questo mondo, negli ultimi anni si è perso tutto puntando sui nomi altisonant­i e format».

Di chi è la colpa di questa situazione?

«Il problema è la mancanza di fidelizzaz­ione dei locali. Prendendo influencer o calciatori e portandoli nei locali si sfrutta solo il pubblico di queste persone, perdendo l’affezione per un locale. In più, chi frequenta questi posti ha perso la capacità di godersi il momento perché passa tutta la serata a fare storie Instagram con i cellullari. Una cosa che non lascia nulla a livello emozionale. Proporrei di fare come al cinema: spegnere il cellulare per vivere il film e riaccender­lo dopo».

Questa pandemia sarà un reset della nightlife?

«Questa situazione offre una grossa opportunit­à di tornare a fare quello che la nightlife deve essere. Bisogna ripartire dai singoli locali e ritrovare una propria identità, qualsiasi essa sia».

Come sarà la ripartenza? «Il primo problema sarà

una problema di affollamen­to. Però ricordo che quando nel 1989 lavoravo al Muretto di Jesolo, il record era di 950 paganti mentre nel 2019 era salito a 4mila. È insostenib­ile: bisogna tornare ad avere un locale vivibile».

Qual è la soddisfazi­one più grande della carriera?

«La vittoria a Sanremo 2004 per la produzione di Basterà di DB Boulevard e Bill Wyman, vale di più dei dischi d’oro che ho ottenuto in carriera. Ho tanti ricordi della finale. Celentano aveva rivoluzion­ato la scaletta. Io avevo una serata ed ero montato in auto per uscire dal parcheggio ma me lo impedivano, senza dirmi il motivo. Ore di litigi, Spiller che mi sostituisc­e nella serata e, alla fine, a 5 minuti dalla premiazion­e, mi dicono che c’era un premio per me. Non me l’aspettavo, prendere quel premio come produttore è stato incredibil­e».

I tre dischi che ascoltato di più nella sua vita?

«Tutti gli album dei Genesis, David Sylvian “Brilliant trees”, e Pat Metheny “Are you going with me?”»

Che cosa sta producendo in questi giorni?

«Come Plaster Hands stiamo lavorando ad una canzone cantata da Barbara Tucker. Riuscirà poi la nostra hit Dove con versioni nuove e un remix di Claptone. Stiamo lavorando poi a dei progetti con i Pasta Boys. Sono contento che adesso ci sia più tempo per lavorare in studio».

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 ??  ?? Consolle Mauro Ferrucci, uno dei maggiori dj italiani
«Il mio ricordo di Sanremo»
Consolle Mauro Ferrucci, uno dei maggiori dj italiani «Il mio ricordo di Sanremo»

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