Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Di Maio: il Nord ha sofferto troppo sbloccheremo i flussi turistici
Il ministro Di Maio: nessuna regione dev’essere penalizzata
«Le regioni del Nord - Veneto in primis - sono quelle che sono state colpite di più da questa emergenza e hanno sofferto troppo. Bisogna sbloccare i flussi turistici e permettere ai turisti provenienti da altri Stati di poter arrivare in Italia senza alcun problema». Così Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, a proposito di uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia globale.
Ministro Di Maio, le regioni transfrontaliere e quelle a vocazione turistica — come Trentino, Alto Adige, Veneto e Emilia Romagna — reclamano una celere riapertura delle frontiere per favorire i flussi turistici. Ci può offrire un’agenda delle riaperture con l’estero?
«Stiamo lavorando per questo. E anche il ministro Franceschini sta svolgendo un lavoro intenso. Ovviamente ci siamo opposti a degli accordi bilaterali tra singoli Stati, perché andrebbe contro lo spirito Ue rischiando di penalizzare singoli Paesi come l’Italia. All’ultimo vertice con i colleghi tedesco, austriaco, greco, sloveno, cipriota e maltese lo abbiamo messo in chiaro. Bisogna sbloccare i flussi turistici e permettere ai turisti provese nienti da altri Stati di poter arrivare in Italia senza alcun problema. Serve un lavoro di squadra tra gli stati europei. E lo sto ribadendo a tutti i ministri degli esteri che sto sentendo giornalmente. Le regioni del Nord — Veneto in primis — sono quelle che sono state colpite di più da questa emergenza ed hanno sofferto troppo. Mi batterò affinché tornino a rialzarsi presto».
Il 3 giugno dovrebbe esserci la riapertura della mobilità interregionale anche se non sono ancora chiare le regole. L’idea di fissare ogni venerdì, in base all’indice RT, da quali regioni ci si può spostare rischia di disincentivare le prenotazioni. Quale sarà la decisione finale del governo? Qual è la sua posizione?
«Io sono dell’idea che il Paedeve ripartire unito. Nessuna regione deve essere penalizzata. Ovviamente bisogna analizzare bene i dati, è molto importante monitorare i contagi. E subito dopo tracciare una linea. Ad oggi il 3 giugno è la data che sbloccherà la mobilità interna al Paese, ci si potrà spostare finalmente da una regione all’altra. Mi faccia dire che non dobbiamo abbassare la guardia. Ho visto grande senso civico dalla maggior parte della popolazione e questo ci ha permesso di anticipare anche le riaperture di negozi e aziende. Questa è la strada da seguire».
Veneto, Alto Adige e Trentino si sono scontrati duramente in questi giorni con l’Austria che ha dichiarato di voler mantenere chiuso il Brennero e guardano con interesse al turismo germanofono. Ha sentito il suo omologo austriaco Alexander Schallenberg? Quando pensa che si potrà tornare alla libera circolazione delle persone in tutta l’area Ue?
«Ho sentito il mio collega Schallenberg più volte in que
giorni. L’ultima lunedì e insieme abbiamo convenuto quanto sia importante lavorare per una libera circolazione in Europa. La data del 15 giugno è quella che viene considerata la più attendibile per la ripartenza. Per quanto ci riguarda, se i dati interni continueranno a mantenere questo trend, da metà giugno l’Italia sarà pronta ad ospitare i turisti europei. Dopodiché mi faccia dire che serve anche stabilire una omogeneità di regole nelle Regioni, perché noi abbiamo tutta l’intenzione di premere l’acceleratore, ma è complicato dare garanzie all’estero se c’è una difformità di approccio da regione a regione, ovviamente anche il turista viene disorientato. Ad ogni modo l’Austria vuole collaborare e quindi permettere ai turisti tedeschi di attraversarla e arrivare in Italia. Le dico chiaramente che se dovranno esistere blocchi o chiusure, l’Italia non resterà in silenzio».
L’altro lato della medaglia è la salute: con la graduale riattivazione dei flussi turistici crescerà anche il rischio dei contagi e di una recrudescenza del virus. Come pensa si possano circoscrivere questi rischi?
«Ogni passo fatto dal governo è sempre stato fatto con prudenza analizzando i dati. Ci sono delle regole che vanno seguite: dall’uso di dispositivi di protezione alle distanze da mantenere. Evitando anche gli assembramenti. Bisogna seguire queste regole con attenzione. Solo così possiamo continuare a convivere con il virus fino a sconfiggerlo definitivamente».
Lei recentemente ha dichiarato che bisogna abbassare le tasse. È possibile?
«Non ci sono altre soluzioni, lo dico da diverse settimane. Solo così potremo far ripartire il Paese. E lo faremo usando anche i soldi del Recovery fund».
Nella gestione della pandemia c’è stata una contrapposizione, anche, tra presidenti di Regione e governo, urti tra visioni differenti. Come la analizza?
«Guardi, non mi vedrà mai giudicare i governatori, così come i sindaci, perché si sono ritrovati in prima linea a fronteggiare una emergenza senza precedenti e nessuno in questo momento può permettersi di puntare il dito contro qualcuno».