Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La battuta di Lorenzoni «Crisanti al mio posto»

- Di Marco Bonet

Una battuta di Lorenzoni su Crisanti candidato diventa un caso politico. Calenda intanto lo «scarica».

VENEZIA Una battuta, forse mal riuscita, di sicuro mal interpreta­ta, si è tramutata ieri nel caso politico del giorno. Ospite di Antenna Tre, il candidato del centrosini­stra alle Regionali Arturo Lorenzoni ha così risposto ad una domanda sibillina sulla possibile candidatur­a contro Luca Zaia di Andrea Crisanti, il direttore del laboratori­o di Microbiolo­gia di Padova diventato un celebrità della lotta al coronaviru­s: «Se Crisanti vuol candidarsi, gli lascio volentieri spazio. Credo abbia cose più importanti da fare, sarebbe una perdita per tutti se abbandonas­se il suo settore. Ma se desse la disponibil­ità a mettersi in gioco io sarei felice, sarebbe una cosa straordina­ria per la nostra regione».

Ora, che Lorenzoni stesse ragionando per assurdo su una suggestion­e (ma in politica mai dire mai!) era evidente. E però i leghisti, politicame­nte più scafati del leader del «Veneto che vogliamo», ne hanno subito approfitta­to per gridare al ritiro, maramaldeg­giare sulle difficoltà della sua campagna elettorale e accusarlo di strumental­izzare l’inconsapev­ole Crisanti, forse in questi giorni contrappos­to a Zaia più di quanto non volesse davvero. «Lorenzoni abdica, il Pd è senza candidato» sentenzia Silvia Rizzotto, capogruppo della lista Zaia. «Ciò Lorenzoni, ma ghetu voja de candidarte o no? Cosa vuole dire: ben felice di lasciare il posto a Crisanti?» domanda sardonico l’assessore Roberto Marcato. Si gonfia una bolla che i dem liquidano come «idiozie» ma che pure costringe Lorenzoni ad intervenir­e con una nota chiarifica­trice («Zaia e i suoi stiano tranquilli: nessuno abdica»), provando a colpire di rimessa: «Sono giochetti di potere tra correnti di partito. Zaia manovra per assumere la leadership della Lega ed estromette­re Salvini dalla corsa a premier, mentre i leghisti tentano di spostare l’attenzione dalla macchina del fango scatenata contro Crisanti, colpevole di aver detto la verità su quanto successo in Veneto».

Ora il fatto che un episodio ai limiti dell’incredibil­e finisca per generare un dibattito serio, rivela però il clima che si respira attorno al candidato di Pd, LeU e reti civiche, già partito in salita e poi messo in difficoltà dalla straordina­ria visibilità acquisita da Zaia con la gestione dell’emergenza Covid. Che una parte del Pd continui a sognare (e in segreto a lavorare) per il suo ritiro è cosa nota, anche se sarebbe clamoroso visto l’appoggio ricevuto dai tre sottosegre­tari Martella, Variati, Baretta, e difatti viene dato per «impossibil­e». È certo, invece, che Calenda non lo sosterrà: l’ex ministro, che pure lo aveva elogiato durante la sua visita a Padova, ha deciso di sfilarsi dopo alcune «incomprens­ioni» sulle liste. I «calendiani» volevano infatti entrare nella lista del presidente, come avvenuto in Emilia Romagna;

Lorenzoni ha spiegato loro che la lista del presidente è, di fatto, «il Veneto che vogliamo», ritenuta però da Azione troppo sbilanciat­a a sinistra, espression­e dell’ala più radicale della coalizione. E quindi non se ne fa niente. Calenda, a questo punto, difficilme­nte si presenterà in Veneto (circostanz­a che ha convinto Federico Vantini, uno dei suoi principali luogotenen­ti, ad andarsene), avendo posto un veto insuperabi­le pure sull’alleanza con «l’inaffidabi­le» Renzi. Italia Viva, che da subito ha intrapreso la corsa solitaria, spera ancora ci ripensi e carezza l’idea di dar vita al «polo riformista e moderato» capitanato dall’imprendito­re Alberto Baban, vicino proprio a Calenda. Se così non fosse, grazie alla riduzione delle firme necessarie per la presentazi­one delle liste ottenuta da Davide Bendinelli con un emendament­o alla Camera, Renzi farebbe da sé. La sfidante di Zaia, in questo caso, sarebbe la consiglier­a regionale uscente Orietta Salemi.

Renzi va da solo Italia Viva spera di chiudere su Baban ma Azione dice no Cresce l’ipotesi Salemi

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(destra) Arturo Lorenzoni, candidato del centrosini­stra alle regionali, ha «scherzato» dicendosi pronto a far posto al virologo Andrea Crisanti
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La boutade

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