Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Suor Mantovani, la canonizzazione è vicina
Riconosciuto miracolo alla beata veronese. Frate di Mansuè tra i martiri
VENEZIA Era stata beatificata, da Giovanni Paolo II, il 27 aprile 2003. Ora, per Maria Domenica Mantovani, cofondatrice e prima superiora generale dell’Istituto delle Piccole suore della Sacra Famiglia, a Castelletto di Brenzone, Garda veronese, la canonizzazione è a un passo. Papa Francesco, due giorni fa, ha dato il placet alla chiusura del percorso di riconoscimento di un secondo miracolo attribuito alla suora, morta nella «sua» Brenzone il 2 febbraio 1934. «É avvenuto il 10 giugno 2011 - racconta suor Simona, attuale superiora dell’istituto fondato nel 1892 - e riguarda una bambina nata a Bahia Blanca, Argentina, undici anni prima». Maria Candela Calabrese, affetta da gravi problemi alla spina dorsale, non ha mai camminato: «In quei giorni del 2011, accusa un malore e finisce in coma». La morte incombe sulla piccola ma, riprende suor Simona, qualcosa accade: «Le viene posta in capo una reliquia di suor
Mantovani e, attraverso la preghiera, Maria Candela si rianima». Il primo miracolo attribuito alla beata veronese, anche il quel caso intercessione in una guarigione, risale al 6 marzo ‘99. In autunno, virus permettendo, la canonizzazione sarà compiuta.
Vita dedicata a Dio anche quella di Cosma Spessotto, francescano nato a Mansuè, Treviso, il 28 gennaio 1923, ucciso il 14 giugno 1980, di fronte alla piccola chiesa che aveva fatto costruire e retto per 27 anni a Nonualco, El Salvador. Papa Francesco, sempre l’altro ieri, ha riconosciuto il martirio del frate veneto. La «colpa» di fra’ Cosma fu manifestare la propria fede aiutando gli altri. Il francescano guardava ai bisogni, non al colore politico; ma dentro a una guerra civile, quella che dividerà il Paese centro americano dal ‘79 al ‘92, quella scelta gli costerà la vita. «Morire martire - scrive Spessotto poco prima del delitto sarebbe una grazia che non merito». Cronaca di un omicidio annunciato: «Già da questo momento perdono e domando al Signore la conversione degli autori della mia morte...». (r.piv.)