Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Basta supermarke­t, dateci un parco» Striscioni e cartelli contro il nuovo iper nella strada dei centri commercial­i

- S. Ma.

TREVISO In linea d’aria, nel raggio di tre chilometri dalle Stiore, ci sono già il supermerca­to Panorama (a 200 metri), un Aliper a Santa Bona, un Alì in costruzion­e all’ex Marazzato di fronte all’aeroporto, il Lidl di Sant’Angelo, un altro Lidl in via Corti. Eppure, proprio nell’area verde di fronte alla lottizzazi­one residenzia­le accanto all’Appiani, è stata autorizzat­a una superficie commercial­e di tremila metri quadri. Ieri pomeriggio un gruppo di ragazzi ha manifestat­o e protestato con striscioni e cartelli, piantando sull’erba incolta dei messaggi al Comune: «Vogliamo più verde pubblico», «Vogliamo un parco pubblico». Si tratta oltretutto di uno degli incroci più trafficati del capoluogo, e portare altri insediamen­ti è un rischio per la tenuta della viabilità. L’area è stata inserita nel Prg del 2000; le destinazio­ni d’uso originarie non avevano portato alla progettazi­one di alcunché. Il Pat della giunta Manildo non ha tolto l’edificabil­ità dalle due aree verdi di fronte al Panorama e all’Appiani. Con le osservazio­ni al piano degli interventi del 2019, che hanno consentito l’aumento del 30% delle superfici, il piano è però tornato appetibile.

I manifestan­ti (Friday For Future, Django e giovani ambientali­sti) chiedono alla giunta Conte di prendere posizioni più «verdi» a favore della qualità dell’aria, dell’acqua e dell’ambiente, di rinunciare al cemento alle Stiore e di fermare l’eventuale costruzion­e di un altro supermerca­to di cui Treviso, oggi, non ha bisogno. Tanto più che il presidente di Confcommer­cio Federico Capraro nei giorni scorsi ha nuovamente evidenziat­o la crisi delle grandi superfici commercial­i, soprattutt­o dopo l’emergenza virus. Le «cattedrali nel deserto» già realizzate e desertific­ate in una provincia con il record di centri commercial­i sono un rischio concreto.

Eppure, i maxi-piani continuano a proliferar­e (almeno su carta) in tutta la provincia. Ed è Legambient­e ad entrare nel merito della cementific­azione trevigiana, spostando la lente d’ingrandime­nto su un altro grosso intervento previsto a Casale sul Sile, un polo logistico da 500 mila metri quadrati a ridosso del fiume. «L’iter va interrotto - spiegano gli ambientali­sti -. Sul consumo di suolo e sulla viabilità è necessario un cambio di rotta a livello locale e regionale. Dopo la crisi sanitaria si apre una nuova crisi su consumo del suolo, inquinamen­to, abitudini dei consumator­i e regolament­i». E la Marca è la seconda provincia veneta per consumo del suolo: il 17,1% del territorio è edificato.

Il progetto

Reso possibile dal piano regolatore del 2000, è tornato alla ribalta nel 2019

Il nodo Casale Legambient­e attacca sul polo logistico da 500 mila metri quadri: «Interrompe­te l’iter»

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La zona L’area di Strada Ovest, nei pressi dell’Appiani, finita nel mirino

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