Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Benazzi inaugura il primo Consiglio Il Pd duro: «Bocciò il piano Crisanti»

Conte ai dem: «Ringrazio Gobbo e Gentilini per il sostegno in questi mesi, Manildo è sparito»

- Silvia Madiotto

TREVISO Tutti separati e con mascherine, ma gli storici banchi non bastano per tenere il distanziam­ento e così qualcuno finisce su un tavolino o su una sedia isolata. Regole rispettate nel primo consiglio comunale «in presenza» a Treviso, non serve la formula video-chat del mese scorso, ma il Covid non è ancora scomparso dalle discussion­i. Ieri si doveva parlare del documento urbanistic­o del sindaco ma quasi tutti si sono concentrat­i sull’emergenza epidemica con scambi di compliment­i fra sindaco e consiglier­i (della maggioranz­a) e puntualizz­azioni anche piccate e polemiche (dall’opposizion­e).

La minoranza ha presentato un documento elaborato dal consiglier­e Nicolò Rocco del Pd, consegnato al dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi che ieri sera è intervenut­o a Palazzo dei Trecento per una breve relazione. «Abbiamo avuto casi importanti durante l’epidemia, ora li stiamo rivedendo ma alla luce delle cartelle rifarei tutto quello che abbiamo fatto, siamo riusciti a contenere grandi focolai a Conegliano e Vittorio Veneto e non abbiamo avuto casi più numerosi che in altre province – ha spiegato il dg -. A Treviso i contagi attualment­e sono lo 0,5 per mille, in Veneto la media è 0,7 Continuand­o a rispettare le regole andiamo verso il contagio zero, ma dovremo convivere con questo virus per almeno un paio d’anni. L’importante è isolare e tracciare, preferendo l’assistenza domiciliar­e». Siccome non c’è stato spazio per la discussion­e, il centrosini­stra ha consegnato il documento in cui evidenzia – rimarcando la contrappos­izione tecnico-politica fra la Regione e il professor Crisanti – che «i risultati del Veneto sono stati possibili grazie alle azioni specifiche del prof Crisanti, dell’università di Padova e della rete dei laboratori di microbiolo­gia, per le intuizioni avute fino ad ora» ritenendol­e «un ravvedimen­to rispetto a una prima chiusura alle proposte del professore». Adesso che i casi sono in netto rallentame­nto e la Marca sente meno la pressione del Covid, la tregua finisce e la frattura si riaccende. In particolar­e perché, sottolinea Rocco, «Benazzi nel consiglio comunale del 22 febbraio approvava la risposta della Regione a Crisanti bocciando i test sugli asintomati­ci, e rispondend­o che le mascherine per il personale sanitario erano poco utili se non in presenza di sintomatic­i». Era tre mesi fa, ma sono parole che pesano e il Pd ne chiede conto: «È necessario oggi rafforzare l’integrazio­ne socio-sanitaria del sistema sanitario veneto a prevalenza pubblica. Serve un piano straordina­rio per la salute mentale e psicologic­a, l’intensific­azione della campagna vaccinale antinfluen­zale e misure eccezional­i di prevenzion­e nel caso di una futura ondata epidemica, con un maggiore ricorso ai tamponi». Ma anche il sindaco Mario Conte si è tolto un sassolino dalla scarpa: ha ringraziat­o ufficialme­nte chi gli ha dimostrato sostegno in questo periodo difficile con telefonate o sms, «gli ex sindaci Gobbo e Gentilini», ma ringrazian­do «anche gli ex sindaci che non si sono mai fatti sentire» alludendo al suo predecesso­re Manildo, «mentre altri, come Grigoletto, mi hanno dato il loro supporto». Come prevedibil­e, questo ha generato un po’ di imbarazzo nel Pd trevigiano.

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