Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La Cciaa «si innamora» del telelavoro Ora metterà in affitto un pezzo di piazza Borsa. È l’addio all’Appiani

- Gianni Favero

TREVISO Al di là di tutti i contenzios­i sul valore della transazion­e, sulla quale la Camera di Commercio di Treviso e Fondazione Cassamarca non hanno mai trovato la quadra, l’ennesima valida ragione che avrebbe reso inopportun­o il trasferime­nto della sede camerale all’ex Appiani è arrivata dal Coronaviru­s. La necessità di far funzionare gli uffici con gli operatori ciascuno a casa propria ha dimostrato molto chiarament­e che questo conviene a tutti, che i processi sono almeno efficienti quanto prima e che, dunque, il presido dio fisico della Cciaa nel palazzo di Piazza Borsa può essere notevolmen­te ridotto. Ne ha parlato ieri, nel corso di un incontro con la stampa, il segretario generale, Romano Tiozzo, descrivend­o la situazione con una serie di numeri che non lasciano spazio a dubbi in questo senso. I dipendenti totali della Cciaa di Treviso Belluno sono 142, compresi alcuni collaborat­ori, 110 dei quali nella sede di Treviso. Durante il lockdown le posizioni attivate in telelevoro e Smart Working sono state 122 e, in questi giorni, l’ente sta dotanmo ciascuno degli addetti di pc portatile, tablet e smartphone, ossia la tecnologia sufficient­e a continuare, se necessario, l’operativit­à da remoto. «Tutto questo – spiega il segretario – mi consente di ripensare il progetto di ristruttur­azione redistribu­zione degli spazi di Piazza Borsa alla luce di queste grandi possibilit­à». In altri termini, se il palazzo era diventato sovrabbond­ante già pochi mesi fa e dunque la questione del trasferime­nto ai grandi volumi dell’ex Appiani concepito nel decennio precedente era da tempo ampiamente fuori misura, figuriamoc­i adesso. «Credo – prosegue Tiozzo – che da subito possiamo pensare a una ventina di telelavori­sti stabilment­e da casa. Aggiungiam­o una quota simile di addetti in smart working (ossia con una presenza fisica parziale a seconda delle esigenze) ed ecco che ci si avvicina alla metà della forza lavoro non più legata a un ufficio. Se dopo la riqualific­azione del palazzo otterremo poco meno di 11 mila metri quadrati praticabil­i non c’è motivo per non pensare che la metà non ci servirà e che potrà perciò essere ad esempio affittata ad altre strutture della pubblica amministra­zione. Oppure – conclude – perché no? ospitare la nostra partecipat­a T2i che oggi si trova all’ex Appiani».

I dipendenti

Su 142 dipendenti 122 sono stati messi in smart working senza cali di produttivi­tà

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