Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Sartor, un video scagiona i fratelli Stella
«Noi non abbiamo partecipato alla rissa, chi ci accusa non è credibile»
FARRA «Non abbiamo toccato Sartor e non abbiamo partecipato alla rissa. La testimone che ci accusa non è credibile». I fratelli Alberto e Francesco Stella tornano a parlare di quello che è accaduto la notte del 30 maggio di un anno fa, durante la notte rosa al «Bakaro» di Tovena, quando Alessandro Sartor, 45 anni si è accasciato stroncato da infarto. Ieri nella sede della Stelbi, l’azienda di famiglia a Farra di Soligo, hanno tenuto una conferenza stampa per mostrare i risultati della perizia sui video di sorveglianza realizzata dal criminologo Massimiliano Spataro. I due fratelli sulla base delle dichiarazioni dei testimoni, erano stati arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale accusati di aver colpito Sartor. Ma al termine delle indagini il pm Daniela Brunetti ha chiesto l’archiviazione. Secondo la procura, quella notte si è consumata una rissa che non avrebbe avuto alcun ruolo nella morte del 45enne, ma della quale dovranno rispondere Francesco Stella e altre 13 persone. Mentre per Alberto resta in piedi un’accusa di lesioni perché avrebbe ferito un giovane.
L’udienza prevista per marzo ha già subito due rinvii, a causa dell’emergenza Covid-19, e si terrà il 6 maggio 2021. I video ripresi dalle telecamere del bar, mettono in luce quelli che l’avvocato Danilo Riponti, difensore degli Stella, definisce elementi oggettivi: «Le dichiarazioni della testimone oculare, che hanno innescato l’indagine e che non trovano riscontro. Perché le immagini dimostrano che Francesco è andato via prima che Sartor cadesse a terra. E che Alberto non è scappato, ma è rimasto fino all’arrivo dell’ambulanza, quando ha subito un’aggressione documentata dal video».
I due giovani imprenditori hanno spiegato: «Questo è stato un anno durissimo, siamo stati giudicati sulla base di menzogne, riferite da falsi testimoni che hanno negato la verità anche ai genitori di Sartor ai quali siamo vicini».
L’udienza
A causa dell’emergenza Covid il processo è spostato al 6 maggio del 2021