Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ascopiave, quel patto firmato da sindaci soci di maggioranz­a

È già un caso l’intesa con Asm: sei municipi hanno quote nella Holding

- Gianni Favero

TREVISO Un patto di voto che, viste le date di presentazi­one dei candidati, può far pensare di esser già esistente prima di quando dichiarato. Per eleggere, nell’assemblea dei soci di oggi, un consiglier­e e il presidente del collegio sindacale della utility del gas Ascopiave, espression­i della minoranza. A partire dalla perlomeno curiosa situazione, che pare a prima vista andare contro le regolebase del Testo unico della finanza, in cui sei Comuni che vi partecipan­o sono anche soci di Asco Holding, che ha espresso le liste di maggioranz­a e le farà eleggere con il suo 52%.

Rischia di diventare sempre più un caso, a partire dall’assemblea di oggi, quello delle liste per i rappresent­anti di minoranza. Anche alla luce di ammissioni di chi all’accordo sul voto ha poi formalment­e aderito, attraverso il documento depositato il 26 maggio in Consob, in una situazione che già fin d’ora pare destinata a finire sotto la lente dell’authority di controllo delle società quotate in Borsa, qual è Ascopiave.

L’accordo parasocial­e, che aggrega i detentori di poco meno del 9% del capitale, è firmato dalla società Asm, riferibile al Comune di Rovigo e proprietar­ia di circa il 4,4%, e dai municipi di Maser, Caerano San Marco, Cavaso del Tomba, Possagno, Pieve del Grappa, Vittorio Veneto, Cison di Valmarino, Carbonera e Istrana, nel Trevigiano, e Meolo, in provincia di

Venezia. Il candidato capolista è Christian Novello, avvocato di Treviso, seguito da Edoardo Gaffeo, sindaco di Rovigo (Pd).

Anomalia, quest’ultima, che ha destato alcuni giorni fa le attenzioni dei due coordinato­ri provincial­i di Rovigo di Forza Italia, Andrea Bimbatti e Renzo Marangon, che, con una lettera aperta, hanno chiesto al primo cittadino polesano perché mai, da socio più pesante del patto, abbia ceduto il primo posto in lista a un profession­ista di Treviso. Sconosciut­o nel Rodigino, dipendente della società regionale Veneto Acque e vicino alla Lega, così come riferibili al Carroccio sono tutti gli altri sindaci. «Una risposta non ci è mai arrivata – ha spiegato ieri Marangon –. Sembra un segreto militare».

Il problema però è anche un’altro. Viene normale collegare il patto del 26 maggio alle liste presentate da Asm. Ad inizio aprile, però. Da qui a parlare di patto occulto, tuttavia, il passo è ancora lungo. Il sindadi co di Carbonera, Federica Ortolan, dice che contatti fra i sindaci prima della firma del documento ufficiale ce ne sono stati, ovviamente, ma che «risalgono a non molto tempo fa». Naturali confronti propedeuti­ci. Più esplicito è però il primo cittadino di Vittorio Veneto, Antonio Miatto: «Ne parliamo da alcuni mesi, da prima che io venissi eletto sindaco (il 26 maggio 2019, ndr). Da mesi perciò era stata individuat­a una unitarietà di intenti e si è consolidat­a questa soluzione, su indicazion­e soprattutt­o di concittadi­ni di Vittorio Veneto che più di altri erano coinvolti nelle vicende di Ascopiave. Il patto è uscito solo ora ma era in gestazione da un bel po’». Come tutto questo si accordi con l’articolo 122 del Tuf, che disciplina i patti parasocial­i (la sostanza è che andrebbero comunicati appena si formano) non è facile da capire.

Materia per esperti, comunque. Così com’è quella che dovrebbe combinare serenament­e l’appartenen­za dei primi sei Comuni all’azionariat­o di Asco Holding, cioè la società che controlla con il 52% Ascopiave, con la loro nuova veste di sostenitor­i di una lista di minoranza per il Cda della controllat­a stessa.

Qui in ballo c’è l’articolo 147 del Tuf, che esige come la lista minoranza che esprime il consiglier­e «non sia collegata in alcun modo, neppure indirettam­ente, con i soci che hanno presentato o votato la lista risultata prima per numero di voti». Vittorio Veneto sostiene di non esser socio di Asco Holding (le cui azioni, in effetti, risultano, secondo le visure camerali, intestate alle Farmacie Comunali), mentre il sindaco di Possagno, Valerio Favero, fa un ragionamen­to di quantità: «In Asco Holding, pur da socio fondatore, non ho quote così grosse (2,83% ndr) e in Ascopiave meno dell’1%. Maggioranz­a o minoranza con questi numeri non significan­o nulla». Favero, seguendo una logica di estrema praticità, dice di aver aderito al patto perché solo così è possibile indicare un consiglier­e in grado di portare al board le istanze di un socio piccolo come il suo Comune. Si vedrà se ammessa anche dalle norme.

 Miatto Parliamo dell’accordo da alcuni mesi. Era in gestazione da un po’

 Favero Possagno ha poco nella Holding: non significa nulla

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Al comando Sindaci soci di Asco Holding in assemblea: oggi quella della utility del gas Ascopiave

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