Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Oche e tacchini, la legge naturale della distanza
Paperi «distanziati», api sentinelle dell’Ambiente, rospi redivivi e fioriture tutelate. Nel segno di una biodiversità che, differenziando gli individui..
Paperi «distanziati», api sentinelle dell’Ambiente, rospi redivivi e fioriture tutelate. Nel segno di una biodiversità che, differenziando gli individui all’interno di ogni singola specie, indica la via maestra dell’agricoltura all’indomani della pandemia da coronavirus.
Sulle biodiversità si concentrano le attività di Veneto Agricoltura, agenzia regionale che si occupa delle politiche di sviluppo connesse a coltivazioni, allevamenti, foreste e attività della pesca. Fino al 22 maggio lo si è colto nel programma delle Giornate Mondiali delle biodiversità, destinate ovviamente alla comunicazione online in attesa di potersi riunire di nuovo: si trattava quindi di approfondimenti tematici postati sui social, a cominciare da quelli dedicati alle api, preziose regolatrici degli ecosistemi, e con festose attenzioni riservate al «pelobate fosco», rospo dato per estinto e invece ricomparso in località Porto Caleri, nei pressi di Rosolina Mare. «Maestri» di distanziamento sociale sono invece le galline padovane e i tacchini rovigotti, così come tutte e sedici le razze autoctone venete di pollame da tavola, la cui sopravvivenza dipende in modo fondamentale dalla prevenzione di epidemie di influenza aviaria in grado di sterminare allevamenti interi di polli, tacchini, oche, anatre e faraone.
Per questo, da tempo, i piani riproduttivi prevedono che, in seguito alle schiuse programmate delle uova, gli esemplari di ogni razza vengano dislocati in varie sedi: «In questo modo se ne hanno sempre in salute, anche se il contagio dell’aviaria dovesse colpire uno degli allevamenti» spiega Maristella Baruchello, perita agraria di Veneto Agricoltura, agenzia regionale che si occupa delle politiche di sviluppo connesse a coltivazioni, allevamenti, foreste e attività della pesca. Infinite sfumature di giallo animano così i quattrocento anatroccoli venuti al mondo a Sasse-Rami, azienda pilota di Veneto Agricoltura, con sede a Ceregnano, in provincia di Rovigo. «Sono duecento di razza germanata e duecento di razza mignon – precisa la perita agraria – e tutti sono giunti a vedere la luce all’interno di pulcinaie mantenute alla stessa temperatura, 37 gradi e 7, della cova tramite chioccia». Per loro c’è richiesta da più parti del Veneto dove, più che mai oggi, migliaia fra aziende e agriturismi hanno la possibilità di qualificare la propria immagine attraverso l’allevamento di «pollame ruspante», libero di scorrazzare in cortile, lontano da pollai-bunker dove sono gli antibiotici a governare la crescita dei piccoli.
Quanto al distanziamento, reso necessario dalla prevenzione dell’influenza aviaria, così letale da essere definita anche come «peste», Veneto Agricoltura disloca i pennuti, oltre che a Ceregnano, nelle tenute degli istituti tecnici agrari di Padova, Feltre, Castelfranco e Montebelluna, avvalendosi della consulenze fornite da Università di Padova e Istituto zooprofilattico delle Venezie.
Infine, per quanto concerne le visite ai siti di Veneto Agricoltura, ci si prepara alla loro graduale ripresa curando le fioriture primaverili in corso al Centro Forestale di Pian Cansiglio, in provincia di Treviso.