Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Banda dei giostrai: il covo a Godego
Assalti al bancomat, nuovi retroscena: il garage affittato e gli amori «traditi»
TREVISO Le indagini sono partite da un’Audi, quella usata per gli assalti ai bancomat. E hanno portato ad un garage, nel Trevigiano: quello era il covo della banda di giostrai che imperversava in mezza Italia. Un garage affittato da un innamorato dal cuore spezzato: la moglie aveva affittato l’autorimessa e poi era sparita. Insomma, dalle nuove intercettazioni, emergono nuovi dettagli e storie di cuori infranti. in mezzo la criminalità e tre arresti.
TREVISO La potente Audi RS3 ritrovata in una rimessa di Resana è il fulcro dell’inchiesta che ha portato in cella i tre giostrai trevigiani Janko Major, Naika Gabrielli e Laki Grisetti accusati insieme ai complici toscani Liliano Ferri e Guido Dejan Negro di aver messo a segno 3 assalti esplosivi ad altrettanti bancomat tra la Toscana e la Liguria il 29 febbraio scorso.
È proprio da quell’auto che è iniziata l’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Treviso, arrivati nel garage di via Renier con una soffiata. Pensavano di aver trovato una delle auto utilizzate da un’altra banda, quella guidata dal capo clan Radames Major e dal genero Jody Garbin, finiti in manette nel settembre dello scorso anno, con l’accusa di aver messo a segno vari colpi non solo nel Nord Italia ma anche in Belgio.
A nascondere lì la «marsina» (auto in sinti) era stato però un altro gruppo. Ma quell’Audi RS3, rapinata a un concessionario di Genova il 19 febbraio, è anche al centro di un retroscena che riguarda il proprietario dell’autorimessa dove è comparsa tre giorni dopo. Un 29enne della zona, finito suo malgrado nell’inchiesta e risultato dei tutto estraneo ai fatti criminosi. Anzi, il giovane, è a sua volta una vittima.
Non della banda degli assalti con le «marmotte» esplosive, ma della moglie e di una «truffa d’amore». Una donna ghanese di 25 anni, sposata nel dicembre 2019. Secondo quanto ha riferito agli investigatori, infatti, è stata lei tramite un 33enne connazionale che vive nella Castellana, a trattare l’affitto dell’autorimessa con Laki Grisetti che, secondo quanto gli viene contestato, era incaricato di occuparsi dell’Audi, tenere le chiavi e spostarla per raggiungere gli obiettivi dei colpi.
Il 29enne, infatti, non voleva affittarlo ma la moglie lo aveva costretto. Salvo poi, una volta pattuito l’affitto di 250 euro e incassato il denaro, sparire nel nulla. È stato lui stesso a raccontarlo ai carabinieri: «L’ho conosciuta tramite l’amico connazionale. Ci siamo frequentati per un po’ e mi ha chiesto di sposarla». Così il giovane, insieme alla fidanzata e ai suoi parenti è partito alla volta del Ghana dove si è sposato con il rito tradizionale. Non gratis però, la moglie ha preteso 7 mila euro per la cerimonia.
«Quando siamo tornati è cambiato tutto» ha spiegato il neo marito. La compagna, infatti, avrebbe svestito i panni della fidanzatina innamorata diventando distaccata e smettendo anche di vivere con lui. Per poi sparire definitivamente.
Il legame tra i due ghanesi e i giostrai è ben documentato dalle intercettazioni telefoniche degli inquirenti: è infatti ancora l’amico della sposina a contattare Grisetti ai primi di marzo per ricordargli che è scaduto il mese d’affitto.
«Perché la ragazza adesso non abita più lì» gli spiega. Nel garage l’auto è rimasta a lungo, per consentire ai carabinieri di concludere l’inchiesta che ha fatto finire in cella i giostrai con le accuse di furto aggravato, detenzione di armi ed esplosivo, riciclaggio e favoreggiamento.
I cinque avevano in programma altre razzie, a fermarli però è arrivato il Covid e l’emergenza sanitaria: «Adesso non possiamo – si dicono al telefono - perché è un macello, ma quando si calma facciamo una bella mangiata» alludendo a nuovi assalti esplosivi.