Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’idea del prof Calò: «Superiori, spazi a disposizione per elementari e medie»
TREVISO Tra sabato e venerdì la scuola finisce, ma senza essere ripartita. Niente ultima campanella per la maggior parte degli studenti, solo un lungo addio tra pc e videochat aspettando settembre e le nuove misure antiCovid. Tuttavia, c’è chi non si rassegna a una scuola fatta attraverso lo schermo di uno smartphone e continua a spingere per il rientro in classe che significa, per ragazzi e insegnanti, dare forma a quella spinta sociale e comunicativa che è la relazione personale. Le lezioni con i «prof speciali» del mondo della politica, della cultura e della cronaca nazionale organizzate per due classi di maturandi del liceo Canova sono un’esperienza che lascia il segno, ma che non può prendere il posto della didattica tradizionale. «La scuola è relazione, non c’è sostituto» commenta il professor Antonio Silvio Calò. E avanza una proposta: «Utilizzare le scuole superiori per sopperire alle mancanze di spazio delle scuole elementari e medie». La mattina i più piccoli possono rispettare il distanziamento utilizzando gli spazi dei licei e istituti tecnici, mentre i grandi fanno lezione on line. Il pomeriggio gli stessi istituti tornano a disposizione dei grandi. «Si tratta di una soluzione di emergenza e temporanea – dice Calò – ma così si evitano i turni, i problemi del trasporto pubblico, le difficoltà di organico dei docenti, e i genitori potrebbero tornare serenamente al lavoro sapendo che i figli hanno ripreso il loro percorso formativo ed educativo. Dobbiamo approfittare di ciò che ci sta accadendo per ripensare al futuro della scuola, non illuderci che le cose cambino repentinamente ma accompagnare i ragazzi a una nuova formula, ma non pensando solo alle lezioni tramite un pc». (s.ma.)