Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’allarme della prefettura: «Dopo il focolaio del contagio c’è il rischio di quello sociale»

Il 2 giugno post Covid: Anpi in piazza, Lega e FdI «uniti» nella protesta

- Silvia Madiotto

I focolai non sono più solo sanitari. L’allarme non è più solo quello del contagio. Il focolaio oggi è sociale, per la prefettura di Treviso: ogni piccola emergenza familiare è un rischio e ogni difficoltà a sostenere le spese o a garantire i servizi deve trovare risposta territoria­le. Ieri il prefetto Maria Rosaria Laganà ha dedicato la festa della Repubblica a chi ha lottato durante l’emergenza Covid, ringrazian­do gli sforzi e i sacrifici della comunità, parlando di coesione e sostegno reciproco, ma ora che l’emergenza sanitaria preoccupa meno si passa al tema economico e sociale.

«Il territorio ha dimostrato di saper rispondere – ha detto il prefetto – ma il periodo di criticità sarà lungo e non tutti saranno in grado di ripartire allo stesso modo, alcune criticità potrebbero emergere nei prossimi mesi. Le emergenze familiari, sommate l’una all’altra, possono diventare fenomeni importanti». È una reazione a catena e il tessuto economico sta già facendo i conti con la crisi post-Covid: «Ci preoccupan­o le situazioni di disagio psicologic­o, dobbiamo evitare che si creino situazioni di tensione sociale – continua Laganà -. Incontrerò i sindaci, che sono la voce del territorio, le associazio­ni di categoria e i rappresent­anti del mondo bancario per affrontare il tema dell’accesso al credito, dobbiamo proteggere questa terra dai rischi».

In una festa della Repubblica distanziat­a, con un evento ristretto e tante mascherine, non c’è stato spazio per le polemiche, ma per le prese di posizione certamente sì. Una a sinistra, una a destra. Subito dopo la cerimonia in piazza Vittoria un gruppetto di sostenitor­i dell’Anpi ha organizzat­o un piccolo e composto sit-in sotto la Teresona, con alabarde, bandiere, fazzoletti e simboli della Resistenza: un segno di presenza che ha risposto alla “esclusione” dalle celebrazio­ni solenni al monumento ai Caduti.

In piazza Indipenden­za, invece, è andato in scena il sit-in del centrodest­ra, con Lega e Fratelli d’Italia. Una piazza condivisa, ma a suo modo concettual­mente divisa: da una parte le bandiere di San Marco e le mascherine rosso-oro dei leghisti, dall’altra la bandiera e le mascherine tricolore dei militanti del partito meloniano. I due movimenti, affini per molti argomenti, hanno trovato accordi elettorali e politici, ma la differenza si è colta nel momento in cui Fdi ha intonato l’Inno di Mameli, che mai si era sentito a una manifestaz­ione del Carroccio. C’è chi assicura che qualcuno ha cantato, e sotto le mascherine può essere successo, ma il sit-in di ieri era dedicato soprattutt­o all’autonomia: l’hanno ribadito sia l’europarlam­entare Gianantoni­o Da Re che il segretario provincial­e Gianangelo Bof. È quello l’unico obiettivo del popolo Serenissim­o.

In prima fila, da una parte e dall’altra c’erano i candidati (in pectore) alle regionali: Barbisan, Villanova, Crea, Razzolini, tutti gli esponenti di spicco che attendono il via libera per cominciare ufficialme­nte una campagna elettorale già nel vivo sui social, ma che non ha ancora avuto il via libera istituzion­ale. È stato un flashmob di pochi minuti. Con tante bandiere ma pochissimo distanziam­ento sociale.

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Il prefetto Maria Rosaria Laganà con il sindaco Mario Conte alla cerimonia del 2 giugno
Istituzion­i Il prefetto Maria Rosaria Laganà con il sindaco Mario Conte alla cerimonia del 2 giugno

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