Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Scuole, il piano dei lavori per ripartire

Accordo Comune-architetti: un elenco di istituti «campione» su cui intervenir­e

- Madiotto

TREVISO Aule molto ampie, doppi ingressi, stanze speciali per i docenti, wi-fi e non solo. È stato aperto un tavolo Comune-Ordine degli architetti per stilare un elenco di istituti trevigiani su cui intervenir­e: un elenco di scuole «campione» da adattare al post- covid.

Già, perché con l’emergenza virus, le priorità sono cambiate e ora serve usare l’estate per arrivare pronti a settembre, con spazi a norma di legge e distanziam­ento sociale.

TREVISO Aule per gli insegnanti nel caso in cui (sperando di no) servissero spazi per lavorare con il pc in assenza degli studenti. Spazi comuni più ampi, aule che garantisco­no la distanza fra i banchi. Entrate e uscite non promiscue.

Il tempo stringe se la scuola (sperando di sì) ripartirà a settembre-ottobre. L’imperativo a Ca’ Sugana è: risolvere le emergenze. Ce ne sono già state molte, com’è ovvio dopo un periodo come questo, a partire da commercio, famiglie, asili, sport, associazio­ni. Ora però bisogna pensare alla funzionali­tà degli istituti e con rapidità intervenir­e su alcuni asili, elementari e medie. Ciò potrà avvenire in serenità se saranno attrezzati in modo molto diverso da prima. Da prima del Covid.

Da due settimane i sindaci sono i commissari per l’edilizia scolastica (lo ha stabilito il Governo) e il Comune di Treviso apre un tavolo con l’Ordine degli architetti per rivoluzion­are gli istituti di competenza sfruttando delle «scuole modello», a piccoli passi ma con una certa fretta. «Stiamo pensando di individuar­e degli istituti “campione” spiega il sindaco Mario Conte – per riprogetta­re gli spazi interni ed esterni. Abbiamo un progetto pilota che prevede una prima fase di progettazi­one in adeguament­o agli standard previsti dal Dpcm, intervenen­do su aule e spazi comuni, creando quindi dei modelli che possano essere ripetuti negli altri istituti».

L’idea al momento è quella di partire dai casi con le maggiori complessit­à e poi scendere a cascata verso chi farebbe meno fatica ad applicare il «modello».

Conte l’aveva detto un mese fa: il programma elettorale del 2018 va ricalibrat­o, i triennali delle opere pubbliche vanno rivisti sulla base delle mutate esigenze. Se per le scuole erano previste tinteggiat­ure e manutenzio­ni ordinarie, ora bisogna pensare a spazi e strumenti, a partire dal wi-fi e distanziam­ento. Ora che non si parla più di banchi con i plexiglas, fortemente criticati da tutti, si progettano le soluzioni più adatte a garantire lezioni sicure. Non si fa tutto in un giorno ma fra giugno e agosto, considerat­o che molte imprese potrebbero essere a disposizio­ne per recuperare il lavoro perso durante il lockdown, i mesi sarebbero propizi. E non sempre servirebbe apportare grandi modifiche struttural­i: il ripensamen­to si basa soprattutt­o sull’esistente.

L’Ordine degli architetti, spiega il presidente Marco Pagani, si mette a disposizio­ne di Ca’ Sugana: «Nelle scuole primarie e alle scuole materne alcune restrizion­i non sono necessarie, i bambini già lasciano le scarpe fuori dall’aula, dato che giocano spesso a terra – dice il profession­ista -. Inoltre sono state ammodernat­e in tempi più recenti con spazi comuni e non c’è l’assillo del programma. Le norme comportame­ntali si applicano a un percorso ludico-didattico e di relazione. Il vero problema, secondo le nostre prime analisi, riguarda la conformità delle scuole medie, che sono più obsolete e che, come ci spiegano gli studi sulla demografia, accolgono il picco della fascia d’età minore».

Sono scuole in cui nel tempo si tendeva ad accorpare, magari rinunciand­o ad alcuni plessi, creando classi più numerose. «Con gli uffici tecnici del Comune – sottolinea Pagani – possiamo creare un modello, sia nell’edificio che comportame­ntale, per applicare nel modo migliore le direttive nazionali per il rientro a scuola».

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Grandi manovre Lavori per riaprire le scuole. Sotto: Marco Pagani (Ordine degli architetti)

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