Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Mantoan: «Niente contro Flor, gli obiettivi ci sono per tutti i dg»
PADOVA «Non si può focalizzare su una-due voci il giudizio relativo a un ospedale di queste dimensioni e qualità. Valutateci in base a come curiamo la gente». Niente, non molla mica la presa Luciano Flor. Non gli va giù l’ultimo posto nella classifica dei direttori generali al quale lo hanno relegato i voti della giunta Zaia e della commissione Sanità per l’attività svolta nel 2018 a capo dell’Azienda ospedaliera di Padova, ora riferimento regionale per l’emergenza Covid-19 ma allora penalizzata per non aver raggiunto uno degli obiettivi posti da Palazzo Balbi a Flor. E cioè il 5% in più di mobilità extra-regionale, ovvero pazienti da fuori regione. Traguardo invece tagliato nel 2019, per di più chiudendo il bilancio con un +5,6 milioni. «Ciò dimostra che gli obiettivi imposti dalla giunta regionale erano corretti — puntualizza il dg della Sanità veneta, Domenico Mantoan — aumentando l’attrattività dell’ospedale di Padova, voce che per la valutazione finale vale 12 punti, Flor ha incrementato il valore della produzione. Lo dico non per polemica, ma per chiarezza: nessuna personalizzazione, qui parliamo di numeri e risultati, non di simpatie o antipatie. Nessuno ce l’ha con lui nè, tantomeno, con l’attività svolta da uno dei migliori ospedali d’Italia: gli obiettivi ci sono per tutti i direttori generali, sono finalizzati a ridurre il disavanzo delle dodici aziende sanitarie, a migliorare il sistema, e quindi la qualità dell’assistenza ai malati, e a consentire al Veneto di arrivare in vetta alla griglia dei Livelli essenziali di assistenza. Il che significa portare a casa fino a 300 milioni di euro l’anno in aggiunta ai 9,7 miliardi del fondo sanitario». In effetti ancora una volta il Veneto è primo, insieme a Emilia Romagna e Piemonte.
Flor però interpreta l’ultimo posto come il tentativo di «farlo fuori», ma
Luciano Flor L’ospedale di Padova non può essere l’ultimo in classifica
sarebbe decaduto automaticamente per legge negli anni 2016, 2017 e 2018, causa il mancato equilibrio di bilancio, se la Regione non ne avesse ripianato il «rosso» con finanziamenti straordinari rispettivamente di 15,8, 16,2 e 13,9 milioni di euro. Fondi erogati anche per il 2019, esattamente 17 milioni, che hanno appunto portato all’«utile» di 5,6 milioni. «Noi lo abbiamo aiutato e Flor ha aumentato il valore della produzione di oltre 42 milioni, passando dai 581,4 del 2016 ai 622,6 del 2019 — sottolinea Mantoan — è stato bravo, nulla da dire. Lui non deve confrontarsi con le Usl, che erogando anche l’assistenza territoriale
perseguono altri adempimenti e sono valutate pure dai sindaci, ma con l’Azienda ospedaliera di Verona. Se non gli vanno bene gli obiettivi lo dica alla giunta all’inizio di ogni anno, quando li comunica. Perché farlo solo adesso e sui giornali? Per di più il raggiungimento degli stessi, validati dai singoli dirigenti regionali responsabili di farmaceutica, personale, liste d’attesa e così via, viene esaminato da Azienda Zero, che quando rileva uno scostamento convoca il dg interessato, il quale ha la possibilità del contraddittorio — aggiunge il manager —. Non c’è un solo obiettivo che porti la mia firma, l’area e Sociale presenta una proposta alla giunta, a cui spetta la decisione finale». «E chi dice che io non abbia mai contestato ufficialmente i parametri di giudizio? L’ho detto più volte che vanno cambiati — scandisce Flor —. E in ogni caso la Regione ripiana i debiti di tutte le aziende sanitarie. Quella che dirigo ha visto aumentare i costi di 20 milioni di euro».
E infatti la Regione ha corrisposto a parte i soldi per gli incrementi contrattuali. Per di più nel 2020 l’unico metro di giudizio dei dg sarà la gestione dell’emergenza Covid-19. Servirà a raggiungere l’happy end?
Domenico Mantoan Seguendo i parametri ha aumentato la produzione