Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nanu e il grande calcio che riparte: «Ma io vorrei anche il piccolo»

- di Roberta Polese

«ll coronaviru­s può insegnare molto al mondo del pallone, è giusto che riprendano le partite di serie A e B e si deve trovare il modo di far tornare i tifosi allo stadio, ma è anche giusto che la Lega Pro si faccia valere e rivendichi al sua sopravvive­nza». A parlare è Giuseppe «Nanu» Galderisi, 57 anni, indimentic­ato bomber del Verona dello scudetto e del Padova ora tecnico della Vis Pesaro, che prima del lockdown navigava a metà classifica.

Non deve essere facile per un allenatore stare fermo per oltre un mese...

«Non lo è stato, l’ultimo allenament­o a Pesaro lo abbiamo fatto il 7 marzo, e poi si è scoperto che uno dei ragazzi era contagiato, per cui i primi 14 giorni li ho passati in quarantena in un albergo dal quale non potevo muovermi. Il 21 marzo sono riuscito a tornare a Padova e poi ho vissuto una meraviglio­sa esperienza con mio figlio Andrea Massimo, che ha 30 anni, fa il musicista e ha passato quei giorni a casa con me. Uscivamo a turno per la spesa, ho imparato a conoscerlo meglio, è stata un’esperienza che non dimentiche­rò».

Niente corsetta? Jogging? Passeggiat­e?

«Niente di niente, che allenatore sarei stato se avessi disatteso le regole? Con i miei ragazzi siamo rimasti in contatto tramite i video per proseguire gli allenament­i ognuno a casa sua, e poi siamo potuti uscire. Ora i dati dicono che possiamo guardare al futuro con ottimismo».

Ma la Lega Pro per molti resta ferma…

«Ricomincia­no solo le squadre che si giocano promozione e retrocessi­one, quindi la Vis Pesaro, che è a metà classifica, non si allena, però stiamo lavorando per il rientro a metà luglio con tutte le prescrizio­ni possibili. Questo è un momento decisivo per la Lega Pro. Le squadre si reggono su piccoli sponsor ed è chiaro a tutti che così non si può andare avanti».

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