Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Collassa il sistema idrico Castelfran­co «va sotto» «Qui danni per milioni»

Esondazion­i , frane, mezza provincia in ansia: summit dei sindaci

- Milvana Citter

Sopralluog­hi nelle zone

TREVISO più colpite e gli occhi puntati su torrenti e canali con l’ansia di vederli nuovamente tracimare. È la notte che hanno trascorso alcuni sindaci trevigiani, impegnati a fronteggia­re l’ennesima emergenza maltempo.

Oltre 150 gli interventi dei vigili del fuoco. E se in Sinistra Piave ad avere la peggio sono state colture e vigneti flagellati dalla grandine, nella zona Pedemontan­a la «battaglia» si combatte con bombe d’acqua capaci, in pochi minuti, di scaricare quasi cinquanta millimetri di pioggia in una sola ora. I dati dell’Arpav sono chiari: a Castelfran­co Veneto tra le più colpite, in 24 ore sono caduti 131 millimetri d’acqua. A Crespano 72 millimetri, ad Asolo 75 millimetri. Che si aggiungono a quelli caduti domenica.

Una situazione di fragilità idrologica per la quale i sindaci del Montello sono pronti a varare un «piano delle acque» che riveda le reti idriche. E non è finita, anche se in attenuazio­ne, temporali e grandinate continuera­nno a funestare la Marca anche nei prossimi giorni. Per questo la Regione ha aperto lo stato di crisi che sarà chiuso solo alla fine dell’emergenza.

E intanto è cominciata la conta dei danni, e si parla di svariati milioni di euro di strade da rifare, strutture pubbliche danneggiat­e e privati che si sono ritrovati con l’acqua in casa. Una situazione che interessa molti comuni, come Castelfran­co Veneto dove, intorno alle 19 di lunedì un acquazzone torrenzial­e ha fatto esondare l’Avenale, un affluente del Muson dei Sassi, che ha superato il livello critico di 3 metri. L’acqua ha invaso la zona di via San Pio X fino alle porte di piazza Borsa, lambito il centro trasfusion­ale dell’ospedale e minacciato la casa di riposo Domenico Sartor: «Siamo intervenut­i con paratie e sacchi di sabbia e siamo riusciti a fermare l’acqua. Un centinaio gli interventi anche in case e negozi con vigili del fuoco e volontari di protezione civile» spiega il sindaco Stefano Marcon.

Anche per tutta la giornata di ieri, Muson e Avenale sono stati sorvegliat­i speciali: «Purtroppo le piogge hanno saturato le casse di espansione e se continua il maltempo difficilme­nte saranno in grado di scaricare l’acqua». Impossibil­e per ora calcolare i danni: «Certo sono ingenti – conclude Marcon -. L’assessore regionale Giampietro Bottacin ha assicurato che Castelfran­co sarà inserita tra i comuni che avranno lo stato di calamità, e i cittadini potranno chiedere un risarcimen­to».

L’Avenale è uscito dagli argini anche a Riese, mentre ad Asolo a tracimare sono stati alcuni canali del Consorzio Bonifica Piave nella zona di Villa d’Asolo, allagando strade e case. «Danni che si aggiungono a quelli di domenica – spiega il sindaco Matteo Migliorini -, quando abbiamo avuto anche molte frane che hanno danneggiat­o le strade».

E proprio dopo i danni di domenica, ieri i sindaci dell’Intesa Programmat­ica d’Area «Montello, Piave, Sile» (Caerano, Crocetta, Trevignano, Volpago, Nervesa e Giavera) si sono riuniti in un incontro promosso da Marzio Favero, presidente e sindaco di Montebellu­na.

«Chiarito che serve una gestione unitaria delle problemati­che relative alle reti idrauliche di Montello e Montellett­o, abbiamo condiviso la necessità di elaborare un Piano delle acque in collaboraz­ione con il Consorzio di bonifica Piave, per programmar­e gli interventi di rivisitazi­one delle reti per la gestione delle acque bianche tanto nelle aree urbane quanto in quelle extraurban­e». E in serata, la paura nel Trevigiano è tornata: smottament­i e allagament­i a Follina per un forte nubifragio iniziato a tarda serata.

Esondato l’Avenale e tanti canali, ma fa ancora paura il Muson: più di 150 gli interventi

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Centro invaso Castelfran­co Veneto, con Asolo e Riese Pio X, è stata fra le zone più colpite dal maltempo lunedì sera: in centro livello dell’acqua ancora alto, sacchi di sabbia di fronte ai negozi, sottopassi chiusi e tante deviazioni

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