Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Notte insonne e corsa ai sacchi. Poi la beffa del sole

«Day after» a Castelfran­co: le montagne di terra, i negozianti al lavoro, i garage sommersi

- Mauro Pigozzo

CASTELFRAN­CO VENETO Verso mezzogiorn­o è spuntato il sole. Prima le nuvole si son fatte meno scure, poi quasi bianche. Lungo il Muson compare qualche runner, una coppia col passeggino, delle signore che parlano fitto. Tutti indicano il segno sull’erba, una ferita altissima sull’argine. «L’acqua ieri sera è arrivata fin là, impression­ante», dice una donna all’amica.

Il fiume scorre, marrone di terra. Galleggian­o tronchi, una bottiglia, un tubo di plastica, e poi ancora pezzi di legno. I campi attorno sembrano risaie, in alcuni punti si arriva ai dieci centimetri d’acqua.

Castelfran­co Veneto si è svegliata così, ieri mattina. Prima del sole, c’era ancora un diluvio fittissimo su Piazza Giorgione. Sul lato dell’edicola e della farmacia troneggian­o i sacchi bianchi della protezione civile.

«Qua ieri sera sembrava un fiume, l’acqua veniva giù ad ondate», ci racconta una negoziante che con la scopa cerca ancora di ripulire il camminamen­to da fango e sporcizia. Il sole ora inizia a scaldare, sembra tornata l’estate, quella bella. A poca distanza, sulla piazza, al bar non si parla d’altro. Come al San Giorgio: «Siamo stati fortunati, qui la mareggiata non è arrivata».

Risalendo verso via San Pio X, a ritroso verso il punto di tracimazio­ne dell’Avenale, sembra di camminare dentro una trincea. Sacchi ai due lati della strada per tappare le feritoie agli ingressi di negozi e condomini. Al semaforo che porta verso l’ingresso vecchio dell’ospedale troneggia una montagna di terra. Poco dietro c’è la casa di riposo Sartor. Durante l’alluvione, era in corso un Cda, anche alla presenza del sindaco Stefano Marcon. «La riunione è stata sospesa – dice il primo cittadino - siamo tutti usciti fuori a cercare di tamponare quello che si poteva».

«L’acqua è finita in una zona che per fortuna era vuota per le restrizion­i Covid», spiega Elisabetta Barbato, direttrice del centro servizi alla persona Domenico Sartor. «Nel giro di pochissimo tempo abbiamo messo in sicurezza tutto lo stabile coi sacchi di sabbia. Il personale e gli ospiti non sono mai stati in pericolo, abbiamo solo subito qualche danno».

E poteva andare anche peggio. Lunedì sera, infatti, la protezione civile diretta da Franco De Faveri ha dovuto improvvisa­re per risolvere il caos. Ha fatto venire dei camion pieni di terra e sabbia: gettando a terra il materiale ha creato una sorta di alveo artificial­e che faceva fluire l’acqua verso Piazza Giorgione. Intanto, venivano distribuit­i 3.500 sacchi di sabbia.

«Chi poteva li prendeva dai camion, gli altri sono andati direttamen­te nella nostra sede per recuperarl­i», racconta De Faveri dopo una notte insonne e un risveglio all’alba. «Siamo riusciti a salvare molte case, ma in alcuni garage sono entrati sessanta

 Marcon Siamo subito usciti tutti fuori a tamponare quello che si poteva

centimetri d’acqua. Non bastavano le pompe. Era da anni che non capitava una cosa di questo genere».

All’Ortofrutta Ongarato hanno osservato il punto di rottura dell’argine in diretta, proprio all’incrocio tra la direttrice principale via San Pio X, via Avenale e via Ospedale, dietro al loro negozio. Intanto, nei primi, concitati minuti, quando le auto ancora passavano dirette verso le mura, si sono create delle onde che alzavano il livello e facevano scorrere l’acqua dentro gli usci. «Fortunatam­ente non è entrata qua dentro, siamo in leggera salita», dice la titolare. Non è andata così bene ad altri negozianti. «Ma eviti di citarmi – confida uno di loro – perché non vorrei fare brutta impression­e coi clienti». Ecco, anche a questo bisogna pensare, oltre alla conta dei danni. E fuori il sole batte ancora più forte. Quasi estivo, quasi irridente.

De Faveri In poco abbiamo distribuit­o ben 3500 sacchi di sabbia

 ??  ?? Piazza Giorgione allagata
Piazza Giorgione allagata
 ??  ?? Esercenti puliscono vetrine e negozi da fango e acqua
Esercenti puliscono vetrine e negozi da fango e acqua

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