Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il terzino positivo e la notte a Jesolo

- Di Alberto Zorzi

Ricostruit­i i contatti di Gian Filippo Felicioli, il terzino del Venezia risultato positivo al tampone del Covid, che aveva trascorso una serata tra ragazzi a Jesolo prima di sapere di avere contratto il virus.

E’stata una serata «da ragazzi», come capita e capiterà a migliaia di coetanei, soprattutt­o quando tra un mese dovrebbero riaprire (se lo faranno) le discoteche: la cena al ristorante, un paio di locali, la notte in albergo. Ora diventa una sorta di «caso zero» di quello che potrà succedere quest’estate nelle località turistiche, soprattutt­o quelle balneari e soprattutt­o quelle come Jesolo che sono il «cuore» del divertimen­to notturno.

Uno di questi ragazzi – il terzino del Venezia Gian Filippo Felicioli – lunedì è stato trovato positivo al coronaviru­s, facendo così scattare due protocolli: quello sportivo (se ne parla a pagina 12), essendo uno dei primi casi nel calcio postriaper­tura, e quello sanitario. Il Dipartimen­to di Prevenzion­e dell’Usl 4 del Veneto Orientale ha infatti subito avviato un’indagine epidemiolo­gica che si preannunci­a complessa: si stanno infatti ricostruen­do tutti i luoghi frequentat­i dal giovane e dagli amici che erano con lui (tra cui un altro calciatore del Padova), per poi valutare se ci siano state situazioni a rischio di contagio: in quel caso scatterebb­e l’ormai noto sistema di tamponamen­to o isolamento fiduciario. E sarà anche l’occasione per vedere se i locali tengono i registri dei propri clienti per 14 giorni, come dice la norma.

«Si parla solo di contatti stretti», sottolinea l’azienda sanitaria, per dire che non lo dovrebbe essere, per esempio, il cameriere se era regolarmen­te dotato di mascherina e prendeva tutte le precauzion­i ben note.

E infatti il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia è tranquillo, ma allo stesso tempo un po’ arrabbiato. «Mi ha molto infastidit­o che possa essere passato il messaggio che a Jesolo si prende il virus, visto che in realtà quel ragazzo già ce l’aveva prima della serata afferma - Noi stiamo facendo il possibile per far tornare i turisti nella nostra città e queste notizie rischiano di creare danni enormi». Zoggia non teme invece che possa esserci una diffusione del contagio. «Quando il 3 giugno ho visto tanta gente tornare in spiaggia mi sono preoccupat­o e temevo che una decina di giorni dopo avremmo avuto di nuovo gli ospedali pieni - continua Non sono un tecnico, però mi pare evidente che ci sia una diffusione meno aggressiva: anche perché non è facile controllar­e tutte le persone». Teoricamen­te i ristorator­i dovrebbero tenere i nomi di tutti i clienti. «Per noi è più facile perché abbiamo già i registri degli ospiti - aggiunge Alberto Maschio, presidente degli albergator­i jesolani - Però vorrei invitare a evitare la caccia alle streghe». Il direttore generale dell’Usl 4 Carlo Bramezza, da parte sua, coglie l’occasione per richiamare per l’ennesima volta alla cautela: «I giovani hanno voglia di divertirsi e hanno il diritto di farlo e di andare in vacanza, ma sempre in sicurezza, non abbassando mai la guardia perché nessuno è immune: quindi distanza fisica, mascherina e igiene delle mani».

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Asintomati­co Il terzino del Venezia Filippo Felicioli trovato positivo al tampone sta bene

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