Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rilancio del turismo: «Puntare al secondo semestre del 2020»
TREVISO Nella Marca ci sono 2.776 aziende artigiane coinvolte, lateralmente o direttamente, nel mondo del turismo. Di queste, 80 hanno chiuso nei primi tre mesi del 2020. Confartigianato ha reso nota un’indagine regionale con una declinazione trevigiana e i numeri mostrano una difficoltà non remota per le imprese che vivono di turismo: bar e pasticcerie, abbigliamento e manifattura, sono molte le partite Iva che hanno bisogno dei viaggiatori, dei visitatori, di chi arriva in una terra nuova per usufruire dei servizi. C’è una sola speranza per l’economia che si regge sul comparto: sfruttare la seconda metà dell’anno per un piano di rilancio “nazionale”. Fra giugno e dicembre 2019 la provincia di Treviso aveva avuto 635 mila arrivi su circa un milione dell’intero anno: è la metà potenzialmente più attrattiva. Sempre nella seconda parte dell’anno, i turisti stranieri erano stati 359 mila ed è proprio quello il numero da recuperare. «Il piano di rilancio turistico del nostro territorio deve puntare anche sugli italiani – sottolinea il presidente di Confartigianato Treviso Vendemiano Sartor -. L’anno scorso 12 milioni di nostri connazionali sono andati in vacanza all’estero tra giugno e dicembre. Ci sono buoni margini di crescita se intercetteremo il turismo domestico».
Cento giorni di lockdown hanno già lasciato in Veneto un “buco” da 4,5 milioni di turisti in arrivo (frontiere chiuse, aeroporti chiusi, vacanze sospese) e 12,5 milioni di presenze: non sarebbe sostenibile peggiorare ancora. La soluzione, secondo il presidente regionale degli artigiani Agostino Bonomo, è «rafforzarci come meta esperienziale unendo ambiente, patrimonio culturale e produzioni, agendo sulla leva della desiderabilità e non sull’offerta a basso costo». (s.ma.)