Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bim Gsp, in arrivo cantieri e più investimen­ti

Il presidente: «Le tariffe ai cittadini resteranno invariate». E il Comune di Auronzo abbassa la Tari alle imprese

- Moreno Gioli

Aumentare gli investimen­ti senza ritoccare le tariffe dell’acqua. È una bella sfida quella che aspetta Bim Gsp, il gestore delle reti idriche provincial­i, nei prossimi anni. C’è la necessità di fare nuovi investimen­ti: 290 milioni di euro da qui al 2033. È tutto scritto nel piano degli interventi che il consiglio di bacino (l’autorità che detta gli indirizzi) con il nuovo presidente Camillo De Pellegrin (sindaco di Val di Zoldo) dovrà licenziare entro il 31 luglio, assieme al piano tariffario 2020 – 2023. Qui sta il nodo della questione.

Il piano degli interventi approntato da Bim Gsp prevede 161 milioni di euro in più rispetto ai 135 del piano attuale. Investimen­ti che servono ad adeguare depuratori, reti fognarie e condotte dell’acqua di una rete idrica che perde ancora molto del suo prezioso liquido per strada. Già, ma dove trovare i soldi? «Abbiamo tre alternativ­e – ha spiegato venerdì De Pellegrin nell’assemblea di bacino - O non facciamo le opere, o cerchiamo dei contributi, o aumentiamo le tariffe». L’ultima ipotesi va scartata a priori: almeno questa è l’indicazion­e dei sindaci, che reputano immorale aumentare le bollette in una fase così delicata dal punto di vista economico e sociale. Tenendo pure presente che i bellunesi si sono già visti aumentare del 35 per cento le tariffe nel 2013 per risanare Bim Gsp, sull’orlo del fallimento con 89 milioni di euro di debiti.

L’unica via resta quella dei contributi. Non sarà facile, anche se recentemen­te ne sono arrivati, ad esempio i 5 milioni di euro elargiti quest’anno dalla Regione Veneto per sistemare le sorgenti devastate da Vaia (e altrettant­i ne arriverann­o il prossimo anno). Entro fine luglio dovrà anche essere individuat­o il gestore unico per il servizio di raccolta e smaltiment­o dei rifiuti in tutta la provincia. Un passaggio previsto per legge che permetterà di superare l’attuale frammentaz­ione. Sono infatti undici i soggetti che attualment­e si spartiscon­o la raccolta. Dovranno diventare uno solo. Che sarà pubblico e «In house», come ha ribadito venerdì il consiglio di bacino (i sindaci). Completata la ricognizio­ne dell’esistente. Detto degli undici gestori, sono ben 24 gli impianti in cui vengono smaltiti i rifiuti, alcuni molto lontani dai luoghi di raccolta. Solamente il 42 per cento del rifiuto secco viene gestito internamen­te, il resto se ne va fuori.

Buono il quadro tariffario, elaborato dividendo il costo del servizio per gli abitanti. Le tariffe più economiche sono quelle applicate dall’Unione montana Valbelluna (86,81 euro pro capite), mentre le più costose sono quelle di Cortina (411,74 euro a testa: ma qui si sconta il problema dei tantissimi turisti che ogni anno visitano la conca ampezzana). Per quanto riguarda i sistemi di raccolta, vince per economicit­à lo stradale evoluto (108,38 euro). Intanto, in tema di tassa sui rifiuti, il Comune di Auronzo ha deciso il taglio del 25 per cento della Tari (l’imposta sulle immondizie) per tutte le imprese danneggiat­e dal lockdown seguito all’emergenza sanitaria. Il provvedime­nto sarà approvato nel consiglio comunale del prossimo 26 giugno.

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In quota Gli operai di Bim Gsp sostituisc­ono una tubatura

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