Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’ex Telecom diventa appartamenti di lusso Le case per «ricchi» non conoscono crisi
TREVISO Ancora appartamenti di lusso in centro, grandi metrature con finiture di pregio per un target di acquirenti medio-alto: pare che Treviso negli ultimi anni sia gettonatissima per questo tipo di mercato. Nel 2022 l’ex Telecom (ed ex tipografia Zoppelli) di Borgo Cavour farà il grande salto della riqualificazione con un progetto da 15,7 milioni di euro, togliendo un «buco nero» per trasformarlo in una palazzina signorilmente abitata. Ma resta sempre lo stesso nodo: gli investitori si concentrano prevalentemente (se non sempre) su alloggi per inquilini benestanti e nemmeno l’emergenza Covid ha rallentato questa dinamica. È un mercato che tira. Il vento cambia, passano le crisi e le epidemie, ma l’idea che ai trevigiani piacciano le case «belle» non è ancora cambiata. Il primo complesso di pregio fu il Quartiere Latino di Carron; adesso i lavori più grossi riguardano l’ex Zanotti con le palazzine di Pesce, l’ex Provincia per la Sgr Numeria, l’ex Questura venduta alla Alibardi e, in Restera, il Bosco verticale della Cazzaro, si ipotizza dell’ex Intendenza di finanza passata a Benetton, sempre con la medesima definizione, «alloggi di lusso».
Ora tocca alla veneziana Soldanella e all’Immobiliare Bonanno che hanno acquistato il lotto da quasi 2 mila metri quadrati e 10 mila metri cubi con vista mura. «Questo investimento è risultato di un’indagine esplorativa da cui è emersa la richiesta di immobili di pregio di taglio medio e grande in centro storico a Treviso – spiega il manager Luigi Bonanno -. Il progetto sarà firmato da un archistar e porterà nuova luce al Borgo. Pensiamo di partire con il cantiere nel 2021, per essere pronti l’anno dopo». Lo chiede il mercato, insomma, e a breve il progetto sarà sottoposto al Comune. L’operazione è imponente e va a rigenerare una zona abbandonata da quindici anni, ma va anche in una direzione diversa rispetto a quella promessa da tutte le amministrazioni susseguitesi a Ca’ Sugana, imperativo per ogni sindaco: riempire il centro di giovani e famiglie che lo vivano ogni giorno, usino servizi e alimentino il commercio. Invece le decisioni dei privati investitori finiscono per puntare ogni volta su complessi prestigiosi non alla portata di tutti, avendo la meglio anche sulle politiche per la casa. Il fattore residenza anche nella Marca ha avuto i suoi alti e bassi. Per dire, Treviso è un capoluogo «piccolo»,
Il progetto sarà firmato da un archistar e i lavori cominceranno il prossimo anno
ha un decimo della popolazione della sua provincia (86 mila abitanti su 885 mila) e il centro storico, pur con un recente e leggero aumento, ha meno di un decimo degli abitanti del Comune (circa 7 mila). Da oltre un decennio si discute del progressivo svuotamento a favore delle periferie e dei comuni limitrofi. E poi c’è la cronaca, la crisi generata dall’emergenza sanitaria con aziende in difficoltà, lavoratori in cassa integrazione, precarietà e timori per il futuro che rischiano di non favorire gli investimenti. «Per natura noi imprenditori rischiamo e quando c’è una crisi si vedono i più forti – continua Bonanno -. Ripopolare la città è uno degli obiettivi che anche noi ci siamo posti, Treviso è una città bella e vivibile, saremo competitivi sui prezzi. La crisi non ci preoccupa». Sorgerà una ventina di unità abitative ma, a seconda della dimensione dell’alloggio, questo numero potrebbe scendere o salire; avranno garage e terrazze, di cui oggi non si può fare a meno se si vuole vendere.