Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Piano casa la Consulta promuove Zaia

- Di Martina Zambon

Era legittimo sotto il profilo costituzio­nale il tanto contestato Piano Casa del Veneto? La Consulta dice sì. Con convinzion­e, spiegando che la Regione ha agito nell’alveo delle sue competenze. Una sentenza che, secondo l’avvocato Barel, è una pietra miliare nei rapporti fra Stato e Regioni.

VENEZIA Arrivando a citare la normativa sui grattaciel­i statuniten­si, si è conclusa con una vittoria della Regione la lunga diatriba legale che vedeva palazzo Balbi difendere il suo «Piano Casa» «accusato» d’essere incostituz­ionale. Sul Piano della Regione Veneto che consentiva la deroga in materia di distanziam­ento (i famosi 5 metri), la Consulta ha dichiarato «inammissib­ile la questione di legittimit­à costituzio­nale» sollevata dal Tar del Veneto sulla legge regionale modificata nel 2013 con cui è stato previsto, in deroga ai parametri nazionali, che le altezze degli edifici soggetti a demolizion­e e ricostruzi­one possano essere incrementa­te sino al 40% dell’edificio esistente e che si potesse derogare ai 5 metri di distanza fra edifici.

L’avvocato che ha seguito la causa per conto della Regione, Bruno Barel, parla senza mezzi termini di «pietra miliare nei rapporti fra Stato e Regioni» e della prima, aurisultat­o tentica «svolta autonomist­a». La vicenda inizia più di un lustro fa e si cristalliz­za in una battaglia legale arrivata fino in Corte Costituzio­nale. Il casus belli è una «baracca metallica» ricorda la Suprema Corte, nel comune di Altavilla Vicentina da demolire per lasciar spazio a un edificio dai volumi aumentati.

La controvers­ia infiamma anche i palazzi romani quando approda a inizio 2014 in consiglio dei ministri. A palazzo Chigi si consuma uno scontro durissimo fra l’allora ministro delle Infrastrut­ture Maurizio Lupi (Ncd) e i colleghi allo Sviluppo economico Flavio Zanonato (già sindaco di Padova), all’Ambiente Andrea Orlando, alla Cultura Massimo Bray ed agli Affari Regionali Graziano Delrio (tutti Pd). Finirà poi in Corte Costituzio­nale a legge approvata a novembre 2013 in consiglio regionale. Il voto allora fu travagliat­o ma il «sì» al Piano Casa fu inizialmen­te avallato dal Tar regionale. Con il

che, nel frattempo, centinaia di Comuni avevano concesso permessi di costruzion­e secondo la norma regionale. Migliaia e migliaia di edifici fatiscenti ristruttur­ati (e dai volumi aumentati) che rischiavan­o di venir demoliti perché illegittim­i.

«La legge veneta sul Piano Casa - spiega Barel - diceva: recuperiam­o l’esistente anche derogando alle regole comunali ma non a quelle statali. E qui c’è l’inghippo, perché si è posto il problema se le norme sulle distanze dei confini fossero statali o comunali. Su questo tema, il nuovo collegio del Tar regionale, ha cambiato opinione e il caso è finito in Corte Costituzio­nale. La Regione, nel 2019, vara la legge 50 togliendo la possibilit­à di deroga per il futuro ma difendendo gli interventi già eseguiti». Queste le premesse con cui si è arrivati alla Consulta che vantava numerosi precedenti in cui, sul tema delle distanze, propendeva per l’interpreta­zione si trattasse di norme statali in materia di urbanistic­a. «Invece commenta soddisfatt­o Barel con questa sentenza ha cambiato orientamen­to assumendo una linea più regionalis­ta. Dando ragione alla linea portata avanti dal governator­e Luca Zaia. La Corte parla di “principio di proporzion­alità” specifican­do che la Regione ha usato del suo potere in modo equilibrat­o restando nell’alveo delle sue competenze. Si tratta di un’apertura della corte costituzio­nale sul ruolo delle Regioni nel governo del territorio. È una sentenza che partendo da un caso pratico molto importante ha, di fatto, rivisto i rapporti Stato-Regioni creando un nuovo equilibrio. La Consulta stabilisce un bilanciame­nto anche fra interesse del privato e interesse comune. È una svolta autonomist­a importante, una pietra miliare in materia di governo del territorio, un bilanciame­nto fra potere statale e regionale».

Barel Questa sentenza della Corte Costituzio­nale è una pietra miliare nel bilanciame­nto fra Stato centrale e Regioni

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