Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Baldo: «D’estate il coronaviru­s si nasconde»

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VENEZIA A metà luglio la Regione presenterà il nuovo Piano di sanità pubblica con altre misure anti-Covid, anche in previsione dell’eventuale ritorno autunnale dell’infezione. «Parliamo di un coronaviru­s, quindi può nasconders­i d’estate, come accade per il virus dell’influenza, e ripresenta­rsi con la stagione fredda — spiega il professor Vincenzo Baldo (foto), ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università di Padova e componente del Comitato tecnico scientific­o regionale —. Ma il Covid-19 è anche molto simile alla Sars, che non si è mai più ripresenta­ta. Insomma, fare previsioni è difficile, in base alle conoscenze finora acquisite possiamo dire che adesso è meno aggressivo però circola ancora, quindi non dobbiamo ridurre l’attenzione. Anche perché dal punto di vista genetico non è cambiato e la prevenzion­e è l’unica arma in attesa del vaccino».

Se la parola d’ordine è «attenzione», bisogna anche guardare avanti. «Dobbiamo ripartire — conviene Baldo — non possiamo restare ostaggi del coronaviru­s. Ora siamo più preparati a contrastar­e una novità che ci ha colti di sorpresa, facendoci passare da casi sporadici a una pandemia. Ormai la macchina sanitaria è rodata, sappiamo come agire». Quanto allo scontro fra scienziati, Baldo commenta: «Il dibattito dev’essere costruttiv­o e fornire informazio­ni nuove per cambiare approccio alla prevenzion­e».

Sempre in tema di scienza, i ricercator­i dell’Università di Padova e del Vimm, l’Istituto veneto di Medicina molecolare, hanno sviluppato un gel fotosensib­ile in grado di solidifica­re, se esposto a un raggio laser capace di attraversa­re i tessuti del corpo senza danneggiar­li. Questa nuova tecnologia di medicina rigenerati­va, denominata «Intravital 3D bioprintin­g», consente la stampa tridimensi­onale all’interno dei tessuti viventi. Grazie al controllo della luce infrarossa, il biogel può essere utilizzato come inchiostro biologico per «stampare» tessuti nell’organismo. In una prima fase i ricercator­i hanno combinato il gel con le cellule donatrici, selezionat­e in base al tipo di tessuto su cui intervenir­e. Il biogel così composto è stato iniettato nell’area di interesse e poi una speciale luce è stata diretta nell’area in oggetto dall’esterno del corpo. Il biogel, sensibile a una specifica lunghezza d’onda della luce, si è rivelato in grado di creare legami e solidifica­re, generando un tessuto che si adatta e connette a quelli circostant­i.

Lo studio pone nuove basi per lo sviluppo di tecniche di chirurgia non invasiva finalizzat­e a riparare e ricostruir­e gli organi di pazienti affetti da patologie rare e complesse. Approccio rivoluzion­ario nei casi in cui le cellule dei pazienti non siano in grado di ripristina­re un tessuto danneggiat­o o mancante.

 Vincenzo Baldo Circola ancora, ma con le dovute cautele dobbiamo ripartire. Non possiamo restare ostaggi del Covid-19

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