Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il Bosco verticale arriva al sesto piano
Il complesso residenziale in Restera di Boeri incassa un’altra vittoria in tribunale
TREVISO Il «bosco verticale» in Restera, la residenza progettata da Stefano Boeri, ha incassato un’altra vittoria in sede civile: il reclamo dell’immobiliare Mts è stato rigettato, il cantiere procede. La sentenza chiude il primo dei procedimenti pendenti sul palazzo realizzato dalla Cazzaro Costruzioni lungo il Sile. I lavori infatti, nonostante il ricorso dei ricorrenti, non si sono mai fermati e sono arrivati ormai al sesto piano delle tre palazzine.
TREVISO Anche i condomini finiscono in tribunale ma ce n’è uno che, vuoi per la notorietà del sito, vuoi per la prestigiosa firma dell’architetto, è diventato un caso cittadino, in una Treviso divisa e curiosa sull’esito finale. Il «bosco verticale» in Restera, la residenza progettata da Stefano Boeri, ha incassato un’altra vittoria in sede civile: il reclamo dell’immobiliare Mts è stato rigettato, il cantiere procede. La sentenza chiude il primo dei procedimenti pendenti sul palazzo realizzato dalla Cazzaro Costruzioni lungo il Sile. I lavori infatti, nonostante il ricorso dei ricorrenti, non si sono mai fermati e sono arrivati ormai al sesto piano delle tre palazzine.
Il tribunale di Treviso ieri ha confermato l’ordinanza di gennaio: la sospensione della realizzazione dell’opera, chiesta dall’immobiliare che possiede un palazzo confinante con Ca’ delle Alzaie, era bastata su «presupposti non sussistenti» tanto che i ricorrenti non solo dovranno pagare le spese processuali alla controparte, ma anche un importo che subentra quando l’impugnazione viene respinta integralmente o ritenuta inammissibile. «Fin dall’inizio abbiamo sempre operato in maniera corretta e trasparente – ha commentato Mauro Cazzaro, presidente dell’azienda -. Un approccio che trova ulteriore riconoscimento e tutela nella sentenza della Corte Costituzionale arrivata ieri, che promuove dopo una lunga diatriba il piano casa del Veneto. Ringrazio gli avvocati Saracco e Sartorato che ci hanno assistiti. In questi mesi ciò che ci ha portato ad affrontare e rispondere in tutte le sedi giudiziarie alle accuse infondate e ingiustificate che ci sono state rivolte è stato anche il pensiero di tutelare le decine di famiglie che hanno scelto Ca’ delle Alzaie come casa, oltre ai nostri dipendenti e collaboratori».
Per il giudice non sono state violate «norme integrative del codice civile, quali quelle in materia di distanze legali, le uniche che consentono il rimedio della riduzione». La violazione eventuale delle altezze consente «solo il risarcimento del danno», ma ci sarà modo di riparlarne.
Mts infatti non molla: l’immobiliare una decina di anni fa aveva investito in viale IV Novembre e ora si sente danneggiata dal progetto edilizio della società padovana. Parallelamente
alla causa civile, Mts ha presentato un ricorso al Tar del Veneto che sarà discusso l’8 ottobre. L’immobiliare aveva chiesto al Comune di Treviso di annullare la Scia e un risarcimento di danni per 7 milioni di euro; questo aveva anche sollevato il dibattito politico fra la giunta Conte, che ha risposto con i legali, e la precedente giunta Manildo, durante la quale l’iter burocratico era stato avviato, facendo finire nel calderone anche gli uffici tecnici del municipio per la compilazione dei documenti. La sospensiva dei lavori non è stata autorizzata (le gru sono sempre rimaste al loro posto), il Tar ha rigettato l’istanza cautelare e ha fissato l’udienza per discutere con le parti. Ci sarà poi la terza grana legale, in sede penale. La questione del Bosco Verticale firmato Boeri-Cazzaro, che aveva fatto litigare i trevigiani sulla posizione e l’altezza dell’ultimo arrivato fra i recuperi della città, con i cittadini divisi tra favorevoli e contrari, sta arrivando agli atti finali.
Cazzaro Abbiamo vinto anche per tutte le famiglie che hanno investito