Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

The Framers, quando i dipinti diventano musica

La band trevigiana Le opere di Kandinsky, Ernst, Klimt, Fattori e altri del museo di Cà Pesaro a Venezia trasformat­i in note. «Traduciamo il linguaggio pittorico»

- Verni

La band The Framers nasce una decina di anni fa da un’idea di Phil Mer (che ha suonato con Pino Daniele, Pooh, Malika Ayane), laureato in storia dell’arte oltre che batterista, con l’intento di unire la musica con questa passione.

In quel periodo Mer era residente a Treviso e ha contattato Andrea Lombardini, uno dei più originali bassisti della scena jazz contempora­nea. Mer e Lombardini, trevigiani, dopo «The Framers» (2013) e «Notturni» (2015), ora escono con il terzo disco, «Zig Zag» (Egea Music), ispirato ai capolavori del Museo di Arte Moderna e Contempora­nea Cà Pesaro di Venezia.

Come nasce il nuovo album «Zig Zag»?

«Dopo il secondo disco Notturni, collaboraz­ione con Linea d’Ombra per musicare i quadri della mostra vicentina Tutankhamo­n, Caravaggio, Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento spiega Andra Lombardini - , avevamo pensato di concentrar­ci su una collezione, questa volta permanente, magari nella nostra zona. Il pensiero è andato subito a Venezia e a Ca’ Pesaro».

Come sono stati scelti i quadri da raccontare in musica? «Abbiamo visitato il museo diverse volte e abbiamo individuat­o una serie di opere interessan­ti su cui lavorare. Ca’ Pesaro ha una collezione di opere d’arte moderne e contempora­nee sia italiana che straniera di altissimo pregio. Ci sono alcuni pittori molto noti, come Vassily Kandinsky, Max Ernst e Gustav Klimt, e altri meno conosciuti come Aleksandr Deyneka o Mark

Tobey. Abbiamo scelto di musicare anche tre pittori italiani come Giovanni Fattori, Angelo Morbelli e Felice Casorati». Come si fa a tradurre in musica un dipinto?

«In passato ci sono state di

verse operazioni che hanno unito arti visive alla musica, ma le abbiamo sempre trovate un po’ pretestuos­e: il legame era più sulla carta che tecnico. La nostra intenzione invece è sempre stata quella di tradurre i linguaggi. Cerchiamo da un lato la traduzione in musica di elementi di linguaggio pittorico, anche tecnici, e dall’altro un movimento di composizio­ne pura ispirata al quadro, più evocativa».

In che maniera Ca’ Pesaro collabora al progetto?

«Il polo museale veneziano si è mostrato interessat­o alla nostra proposta, assolutame­nte autonoma. Si sono offerti di darci il patrocinio e la possibilit­à di presentare questo lavoro all’interno del bookshop».

Il disco può diventare uno strumento di marketing per la galleria veneziana?

«Spero di sì. Per Notturni le musiche andavano in sottofondo nell’audioguida della mostra e il disco si poteva acquistare al bookshop. La trovo un’opportunit­à interessan­te dal punto di promozione artistica: magari un visitatore invece di comprarsi il foulard con stampato un quadro, può acquistare un disco che è oltre ad essere un prodotto artistico a sè rimane legato comunque alla visita del museo».

C’è l’idea è di presentare «Zig Zag» anche dal vivo?

«Ora Ca’ Pesaro è chiusa ma si è resa disponibil­e a farci tenere una presentazi­one dal vivo del disco all’interno del museo, magari in autunno. Intanto l’11 luglio saremo a Modena per la prima e, probabilme­nte a fine estate, lo presentere­mo anche a Verona».

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Phil Mer e Andrea Lombardini «The Framers» artisti trevigiani
Duo Phil Mer e Andrea Lombardini «The Framers» artisti trevigiani

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