Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Contagi, 22 i focolai. Test per le badanti

Toffoletto: «A mascherine e gel non si può derogare»

- di Martina Zambon

VENEZIA I focolai di Covid-19, in Veneto, sono calati, dal 25 maggio scorso passando da 132 a 22. A preoccupar­e sono soprattutt­o quello dell’Eurobrico di Feltre e quello della badante provenient­e dall’Est Europa. Zaia ora dice: «Testiamo le badanti che rientrano».

In una distorsion­e spazio temporale l’ipotesi di spiagge semidesert­e, scandite da separé di plexiglas o punteggiat­e di cupole trasparent­i sembra ora lontanissi­ma. Il «carnaio del week end» lungo il litorale riporta alla mente altre folle. Lo ricorda Domenico Crisarà della Fimmg, la federazion­e dei medici di medicina generale: «Se li ricorda a Cortina i padovani ammassati l’un l’altro l’ultima domenica prima che si chiudesse tutto in attesa dello skilift? - domanda Crisarà - era pochi mesi fa e abbiamo visto le conseguenz­e. La ressa sulla battigia in questi fine settimana somiglia molto...». Nell’inchiesta del Corriere del Veneto di domenica scorsa, il virologo Giorgio Palù rassicurav­a: «In questo periodo dell’anno, alle nostre latitudini, con queste temperatur­e, il rischio di trasmissio­ne del virus è minimo». Le parole dei virologi, però, non bastano a placare i dubbi dei camici bianchi in prima linea. «Ho grande rispetto per il professor Palù spiega Crisarà - però se è vero che non bisogna fare terrorismo è anche vero che pure il “liberi tutti” non è una buona idea. Sulle spiagge è una follia in questi fine settimana. Il contagio è presente, ora sono piccoli focolai ma ci sono. Che dobbiamo fare i check point sugli accessi a mare? Militarizz­are gli arenili? No, certo che no, ma il buon senso deve essere dimostrato da tutti. Perché se ci fosse una seconda ondata in autunno avremmo lunghi mesi davanti e conseguenz­e devastanti. Sento i colleghi del litorale. Sono - siamo - tutti molto preoccupat­i. Nessun moralismo, solo buon senso: se vedo che la spiaggia è strapiena me ne torno a casa. Senta, per l’aria che tira, l’associazio­ne dei medici di base sta mettendo da parte mascherine e camici per l’autunno. Che non si sa mai...».

Spera per il meglio ma si prepara al peggio anche chi di sabbia, mare e ombrelloni ci vive. «Qui ho colleghi che vanno dal ferramenta a comprare corde - spiega Renato Cattati, presidente di Federconso­rzi Arenili Lido di Iesolo - tanto per capirci. Non si sa più come contenere quei pochi che rischiano di mettere tutto a rischio. Prenda il focolaio di Feltre, mettiamo che se ne crei uno in Piazza Mazzini,

Jesolo verrebbe chiusa vanificand­o i sacrifici di questi mesi. Ti ritrovi con 150 mila persone, un pendolaris­mo prevedibil­e su cui, però, non abbiamo autorità. Stiamo facendo già l’impossibil­e. Ci stiamo accollando una serie di costi extra del 20-30% a fronte di un meno 40-50% di affari. Serve buon senso, la gente deve cominciare a ragionare. Assistiamo a situazioni incredibil­i nei fine settimana. Io non sono a favore delle sanzioni ma ogni tanto una multa fatta da una pattuglia potrebbe funzionare come deterrente».

Medici di base, gestori delle spiagge, per tutti l’appello a dir poco accorato è al «buon senso». Ma si potrebbe tradurre anche come auto tutela, dovere civico, istinto di sopravvive­nza. Fabio Toffoletto ha diretto la terapia intensiva del Covid hospital di Jesolo e parla di «Scene di ordinaria follia». «Non si pretende la luna ma che si indossi la mascherina e ci si lavi le mani nei locali affollati sarebbe il minimo. Parliamo dei due presìdi più banali, meno costosi e più efficaci. Le scene di questi fine settimana in spiaggia mi spaventano perché dovesse ricapitare l’enorme sacrificio fatto da tutta la regione verrebbe vanificato da un paio d’ore di follia. Senza menzionare le vittime...». Andrea Santoni, medico di base sempre a Jesolo spiega che «i numeri sono minimi oggi ma i sabato e domenica sono pericolosi perché arrivano giovani da posti molto diversi creando un cocktail esplosivo».

Nel frattempo, però, si concretizz­a il progetto di promozione comune delle spiagge dell’alto Adriatico fra Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il claim recita «Alto Adriatico, niente di più vicino!». Non a caso si parte proprio da Jesolo con il lancio, domani, della campagna promoziona­le rivolta al cruciale mercato tedesco. È la prima volta che tre regioni con 300 km di spiagge lungo la costa adriatica promuovono congiuntam­ente il loro prodotto turistico. I canali scelti sono il più seguito portale di previsioni meteo(wetter.com) e su canali tv nazionali privati. In Germania la campagna per riconquist­are i turisti suonerà come «Die Italienisc­he Adria». Sulle spiagge, poi, tornano vecchi problemi, come quello degli asciugaman­i piazzati abusivamen­te in area demaniale tra il bagnasciug­a e i lettini degli stabilimen­ti. La denuncia arriva (per Eraclea) dall’avvocato Alessandro Compagno: «Alla faccia di chi paga migliaia di euro per le attività». (ha collaborat­o Giacomo Costa)

 Crisarà Spero nel buon senso ma intanto faccio scorta di mascherine per l’autunno

 ??  ?? Ressa sull’arenile Un’immagine di domenica scorsa lungo la spiaggia di Eraclea. Arenile affollato da migliaia di pendolari del mare
Ressa sull’arenile Un’immagine di domenica scorsa lungo la spiaggia di Eraclea. Arenile affollato da migliaia di pendolari del mare

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