Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La ricercatrice: «Pandolfi non mi ha chiesto scusa» Ultimatum del Bo
Ultimatum dell’Università di Padova. Contro la nomina scatta la rivolta dei ricercatori
Icapi ricercatori del Vimm scrivono una dura lettera alla presidenza dell’Istituto contro la nomina di Pandolfi. Università e Senato accademico pretendono chiarimenti dalla governance Vimm. E la ricercatrice che accusa Pandolfi di molestie racconta al Corriere della Sera: «È stato un ricatto sessuale grave e prolungato. E non mi ha mai chiesto scusa»
PADOVA Una dura lettera dei capi ricerca al Vimm sul «caso Pandolfi» ieri pomeriggio è arrivata sia al rettore del’Università di Padova Rosario Rizzuto, sia alla presidenza del Vimm, a Francesco Pagano e a Giustina Destro. I venti «Pi» responsabili dei laboratori di ricerca dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare di Padova, esprimono compatti una forte condanna sulla vicenda delle presunte molestie che hanno fatto allontanare dall’Università di Harvard lo scienziato Pier Paolo Pandolfi, nominato nuovo direttore del Vimm. I capi della ricerca chiedono di essere ascoltati dalla presidenza e dal Cda del Vimm e ribadiscono che deve prevalere il rispetto per le donne e per i diritti dei ricercatori e delle ricercatrici. L’ennesima presa di posizione che isola la governance dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare, arroccata nel difendere la scelta di Pandolfi. Il caso Harvard è stato confermato dallo stesso Pandolfi nell’intervista al Corriere della Sera, in cui si è difeso definendo quando accaduto «una sbandata romantica». E dicendo: «Ma ho chiesto scusa». Ieri il professor Pagano non ha voluto replicare.
Ma oggi il Corriere della Sera pubblica una nuovo elemento: la testimonianza della ricercatrice di Harvard che accusa Pagano di molestie e ricatti sessuali. Da Harvard la ricercatrice, tramite il suo avvocato, rivela al Corriere della Sera che Pandolfi non si è mai scusato con lei. E che «i comportamenti di molestie sessuali dello scienziato, ripetuti per otto mesi, sono stati gravi e pressanti, ricattatori, non certo una sbandata romantica».
Intanto, prende posizione con il Senato Accademico dell’Università di Padova anche il professor Roberto Vettor, direttore del Dipartimento di Medicina. «Non è ammissibile che venga nominato direttore uno scienziato su cui esistono anche solo sospetti di questo tipo - incalza Vettor - . Il cda del Vimm deve chiarire la posizione di Pandolfi. È doveroso che lo faccia. Su questo l’Università di Padova è compatta, non c’è più spazio per giustificazioni. Uno scienziato ha valore non solo per le sue ricerche o scoperte scientifiche, ma anche per il comportamento etico e morale. Scienza e etica non possono prescindere». Vettor, che si è già espresso anche con il rettore Rizzuto, annuncia che questa posizione sarà portata in Senato accademico. «Se il Vimm insisterà nel confermare Pandolfi come nuovo direttore, allora i ricercatori dell’Università di Padova lasceranno l’Istituto. Ci sono precise regole etiche e morali».
Adriana Topo, presidente del Cug Università di Padova, il Comitato Unico di Garanzia, che si occupa di promuovere la lotta contro le discriminazioni, sottolinea: «Arrivano da noi molte chiacchiere su comportamenti scorretti e illeciti. Finchè restano chiacchiere non vengono formalizzate. Capisco che in queste situazioni farsi avanti è difficile, ma chi ritiene di avere subito molestie o ricatti, deve avere fiducia nelle istituzioni. L’Ateneo protegge chi denuncia e avvia tutte le indagini del caso. C’è un collegio di disciplina, un consiglio di fiducia, c’è la protettrice Oboe in prima linea su questi temi, ci siamo noi con il Cug: sono tante le possibilità di trovare ascolto e tutela». Il Comitato Unico di garanzia dell’Università è uno strumento previsto dalla legge, che esiste in ogni Ateneo del Veneto e d’Italia.
Antonella Viola, immunologa e direttrice Città della Speranza, dopo avere raccontato la sua personale storia di molestie, ha ricevuto domenica una mail della ricercatrice di Harvard. «Ha confermato le molestie subite e il dolore che le hanno provocato. Mi ha ringraziata di cuore per aver preso le sue parti. Solo questo per me vale il dolore di avere raccontato pubblicamente quello che ho subito».
L’immunologa Viola Dopo aver raccontato la sua storia, Antonella Viola è stata contattata dalla ricercatrice molestata che l’ha ringraziata per aver preso le sue difese