Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rogo mortale, i periti tornano nella villetta
PAESE Nuovo sopralluogo nella villetta di Paese, dove sono morte bruciate Franca Fava e Fiorella Sandre. Dopo i rilievi effettuati dai carabinieri dei Ris di Parma, si cercano tracce di eventuali sostanze acceleranti.
PAESE Nuovo sopralluogo nella villetta di via Feltrina dove sono morte bruciate Franca Fava e Fiorella Sandre. Dopo i rilievi effettuati dai carabinieri dei Ris di Parma, si cercano tracce di eventuali sostanze acceleranti.
A disporre il nuovo accertamento irripetibile, è stato il sostituto procuratore Anna Andreatta che coordina l’indagine sul rogo a carico di Sergio Miglioranza, l’unico sopravvissuto dell’incendio che è ora indagato per omicidio e incendio colposi. La procura ha nominato come perito il chimico Giampietro Zucchetta che domani tornerà in quel che resta dell’abitazione di via Feltrina dove, la notte del 10 giugno, un incendio spaventoso ha ucciso Franca 67 anni e l’amica Fiorella di 74anni che viveva con loro.
Lo scopo è quello di capire dove abbia avuto inizio l’incendio e soprattutto perché sia divampato in modo così violento e rapido. Le due amiche, che dormivano al piano terra dell’abitazione, si erano trovate la porta sbarrata dalle fiamme ed erano rimaste intrappolate dalle inferriate alle finestre. A favorire l’incendio erano stati sicuramente, come rilevato dai vigili del fuoco, le cianfrusaglie e i materiali accatastati dentro e fuori l’abitazione da Miglioranza, unico sopravvissuto e accumulatore seriale. Ma lo sviluppo così rapido delle fiamme fa sospettare che possano essere state alimentate da sostanze acceleranti.
Per questo è stato disposto il nuovo accertamento irripetibile al quale prenderanno parte anche i consulenti di parte nominati dalla difesa di Miglioranza rappresentata dagli avvocati
Rossella Martin e Silvio Piccoli e dalla figlia di Fiorella. Nelle ore successive al rogo, Miglioranza era stato interrogato dagli inquirenti e aveva raccontato: «Poco prima di andare a dormire avevo fatto da mangiare ai cani con un fornello che tenevo fuori casa».
Tra le ipotesi c’è quindi quella che le fiamme siano partite da quel fornello mal spento. Ma non si esclude nessuna ipotesi, neppure quella di un rogo doloso. «Quella notte ho sentito dei rumori di lamiera, non ci ho fatto caso ho pensato fossero i cani – ha spiegato Miglioranza agli inquirenti -, ma io non ho nemici non posso pensare che sia stato qualcuno a farlo di proposito».