Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Scuole, tutti a caccia di spazi Censimento dei siti direzional­i

I sindaci cercano la collaboraz­ione dei privati. Risponde Assindustr­ia Da «sistemare» almeno ottomila alunni. Lettera al ministro Azzolina

- Silvia Madiotto

TREVISO Tutti a caccia di spazi per la scuola: Comuni, Provincia, provvedito­rato agli studi. La scadenza per l’identifica­zione dei luoghi dove adattare o integrare gli ambienti scolastici è venerdì, entro quel pomeriggio ogni amministra­zione dovrà presentare le candidatur­e. Il dialogo però è passato dal solo pubblico alla collaboraz­ione con il privato: il presidente della Provincia Stefano Marcon, per ampliare la disponibil­ità di aule degli istituti superiori, ha coinvolto gli industrial­i e le categorie. «Stiamo ragionando a 360 gradi con i sindaci dei sei poli – spiega -, entro la fine della settimana riusciremo ad avere una mappa di quali sono gli edifici a disposizio­ne. Ho chiesto ad Assindustr­ia di verificare se nelle zone indicate ci siano strutture da riadattare con esborsi non elevati per dare una risposta in tempi brevi». Non capannoni ma strutture direzional­i da mettere a servizio della scuola, ora in sofferenza.

Treviso, Conegliano, Castelfran­co, Montebellu­na, Oderzo e Vittorio Veneto gli ambiti con il maggior numero di plessi. «Cominciamo concentran­doci sui comuni maggiori, ma non è escluso che si possa guardare nelle immediate vicinanze -. continua Marcon -. Ci rivolgiamo prevalente­mente su immobili già pubblici che non richiedano investimen­ti e manutenzio­ni ingenti, ma il tempo stringe e potremmo dover riorganizz­are anche il trasporto pubblico quindi le scelte sono delicate e importanti». Si cercano spazi per circa ottomila ragazzi nella Marca: sui 40 mila iscritti al prossimo anno, al Sant’Artemio stimano un esubero di circa il 20% per rispettare distanze e protocolli sanitari. «Il tema risorse è fondamenta­le – precisa il presidente e sindaco di Castelfran­co -. Il Governo ha annunciato un miliardo per il sistema scolastico. Ma quando avremo finito la ricognizio­ne il costo dell’adattament­o dovrà essere condiviso». Anche Treviso ha avviato un censimento sugli spazi e in collaboraz­ione con l’ordine degli architetti valuta la riorganizz­azione dei plessi cittadini: per le scuole elementari e materne rimodulazi­oni degli spazi interni ancora disponibil­i per il recente calo delle nascite; alle medie bisogna trovare soluzioni.

Docenti e genitori delle scuole trevigiane hanno scritto una lettera al ministro all’Istruzione Azzolina (e a cascata a tutte le cariche istituzion­ali, dall’Usl 2 fino al sindaco). Si parla anche di edilizia scolastica: l’invito è di riaprire i plessi dismessi a causa del calo demografic­o. Chiedono sicurezza e pulizia, rafforzame­nto degli organici e una nuova didattica. La «lettera per una scuola aperta» ha già oltre seicento firme per un ragionamen­to che non valuti solo la questione sanitaria, ma anche quella più funzionale alla didattica.

Ieri in consiglio comunale a Treviso c’era anche il prefetto Maria Rosaria Laganà: «La riapertura delle scuole sarà la cartina di tornasole per dire che siamo in grado, finalmente, di ripartire. Sei mesi di chiusura sono una ferita i cui effetti si vedranno a medio e lungo periodo. Bisogna riaprire il prima possibile».

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Corsa contro il tempo Si cercano spazi per le scuole

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