Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scuole, tutti a caccia di spazi Censimento dei siti direzionali
I sindaci cercano la collaborazione dei privati. Risponde Assindustria Da «sistemare» almeno ottomila alunni. Lettera al ministro Azzolina
TREVISO Tutti a caccia di spazi per la scuola: Comuni, Provincia, provveditorato agli studi. La scadenza per l’identificazione dei luoghi dove adattare o integrare gli ambienti scolastici è venerdì, entro quel pomeriggio ogni amministrazione dovrà presentare le candidature. Il dialogo però è passato dal solo pubblico alla collaborazione con il privato: il presidente della Provincia Stefano Marcon, per ampliare la disponibilità di aule degli istituti superiori, ha coinvolto gli industriali e le categorie. «Stiamo ragionando a 360 gradi con i sindaci dei sei poli – spiega -, entro la fine della settimana riusciremo ad avere una mappa di quali sono gli edifici a disposizione. Ho chiesto ad Assindustria di verificare se nelle zone indicate ci siano strutture da riadattare con esborsi non elevati per dare una risposta in tempi brevi». Non capannoni ma strutture direzionali da mettere a servizio della scuola, ora in sofferenza.
Treviso, Conegliano, Castelfranco, Montebelluna, Oderzo e Vittorio Veneto gli ambiti con il maggior numero di plessi. «Cominciamo concentrandoci sui comuni maggiori, ma non è escluso che si possa guardare nelle immediate vicinanze -. continua Marcon -. Ci rivolgiamo prevalentemente su immobili già pubblici che non richiedano investimenti e manutenzioni ingenti, ma il tempo stringe e potremmo dover riorganizzare anche il trasporto pubblico quindi le scelte sono delicate e importanti». Si cercano spazi per circa ottomila ragazzi nella Marca: sui 40 mila iscritti al prossimo anno, al Sant’Artemio stimano un esubero di circa il 20% per rispettare distanze e protocolli sanitari. «Il tema risorse è fondamentale – precisa il presidente e sindaco di Castelfranco -. Il Governo ha annunciato un miliardo per il sistema scolastico. Ma quando avremo finito la ricognizione il costo dell’adattamento dovrà essere condiviso». Anche Treviso ha avviato un censimento sugli spazi e in collaborazione con l’ordine degli architetti valuta la riorganizzazione dei plessi cittadini: per le scuole elementari e materne rimodulazioni degli spazi interni ancora disponibili per il recente calo delle nascite; alle medie bisogna trovare soluzioni.
Docenti e genitori delle scuole trevigiane hanno scritto una lettera al ministro all’Istruzione Azzolina (e a cascata a tutte le cariche istituzionali, dall’Usl 2 fino al sindaco). Si parla anche di edilizia scolastica: l’invito è di riaprire i plessi dismessi a causa del calo demografico. Chiedono sicurezza e pulizia, rafforzamento degli organici e una nuova didattica. La «lettera per una scuola aperta» ha già oltre seicento firme per un ragionamento che non valuti solo la questione sanitaria, ma anche quella più funzionale alla didattica.
Ieri in consiglio comunale a Treviso c’era anche il prefetto Maria Rosaria Laganà: «La riapertura delle scuole sarà la cartina di tornasole per dire che siamo in grado, finalmente, di ripartire. Sei mesi di chiusura sono una ferita i cui effetti si vedranno a medio e lungo periodo. Bisogna riaprire il prima possibile».