Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Corona XX»: il nome del bar è una sfida alla superstizione
CONEGLIANO Nel Veneto post coronavirus, tra i tanti dubbi sulla ripresa economica, c’è qualcuno così «pazzo» da aprire un bar, invece che chiuderlo. E, in barba a ogni scaramanzia di dedicarlo, almeno nel nome, alla «maledizione dell’anno». Coronavirus XX, dove il coronavirus è quella cosa che tutti conosciamo, mentre la doppia X sta, in numeri romani, per l’anno 20, 2020. Insomma, niente più Covid 19, ci sia aggiorna all’anno in corso: sperando porti bene.
«Sto rischiando grosso – dice la proprietaria, Tatiana Racovit, che arriva al suo nuovo bar dopo una lunga esperienza in altri locali – anche perché l’acquisto è stato deciso proprio in queste settimane convulse».E il nome? Dopo l’apertura, la notizia ha fatto il giro del paese: molte le persone incuriosite ma nessun scandalizzato. «Certo, è chiaramente ispirato alla situazione di pandemia che abbiamo vissuto – racconta Racovit – ma vuole essere un modo di guardare al futuro. Non sono superstiziosa, e in generale vedo che è stato apprezzato. I più mi dicono che è azzeccato in pieno».
Il locale si trova alla Corte delle Rose. «È una scommessa – prosegue Racovit – anche se mi dicono che è da pazzi. Ma, del resto, trovare un lavoro è sempre più difficile e la barista è un mestiere che so fare. Sono certa che i clienti apprezzeranno lo sforzo, ho avuto già impressioni positive».
Prima di arrivare al Corona XX, Racovit aveva avuto in gestione il Puntiglio al Ponte della Madonna. Non è andata benissimo: nel 2015 la chiusura. «Da allora le cose sono cambiate, me ne rendo conto – conclude –. Ma ho voluto rimettermi in gioco, dimostrando che si può tenere in vita un locale anche “nell’era del virus”».