Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Naya e i chiari di luna Venezia, scatti d’arte
Il grande fotografo e la mostra all’Istituto Veneto
In una veduta del Canal Grande, Francesco Giuseppe in visita a Venezia è in gondola, coi gondolieri che indossano la mascherina: «In quel momento in laguna c’era il colera», spiega Carlo Montanaro, curatore della mostra Fotografo e imprenditore. Carlo Naya nella Venezia (ottocentesca) dei chiari di luna, inaugurata ieri nella sede dell’Istituto Veneto di Palazzo Loredan a Venezia (fino al 29 luglio, da lunedì a mercoledì, ingresso libero), preceduta dalla presentazione del numero speciale del periodico «All’Archimede» dedicato al fotografo. Quello scatto, del 1875, è un ideale ponte col presente e la città lagunare di Naya, immobile, ci ricorda la Venezia del lockdown appena vissuto. Dall’Archivio Montanaro, un excursus lento dentro una realtà argentea e un viaggio nella nascente fotografia tra sperimentazioni e intuizioni. Opera dell’avvocato piemontese Naya (1816-1882), che nella città dogale, topos esotico e da sogno, trovò lo spazio ideale per trasformare la passione amatoriale in attività imprenditoriale. Dal laboratorio in Campo San Maurizio uscivano quegli scatti per turisti – a volte firmati Charles Naya - che gli diedero la fama.
Ecco dalle riproduzioni di quadri celebri, alle vedute, gli album delle isole della laguna e i «ricordi di Venezia». In vari formati, dalle piccole economiche «carte de visite», agli «imperiali», che con doppie esposizioni e colorazioni monocrome diventarono i romantici «Chiari di luna», marchio di fabbrica di Naya e del suo staff, con a capo Tomaso Filippi. Non mancano le stereoscopie, visibili pure tramite occhialini monouso, e le vedute spettacolarizzate come «Il giorno e la notte» per aletoscopio, strumento inventato da Carlo Ponti, concorrente di Naya. Un esempio? «L’esclusiva per commercializzare l’immagine della Cappella degli Scrovegni che Naya ottenne a scapito di Ponti», racconta Montanaro.
Quel che incanta in queste foto è lo straordinario backup di un mondo che non c’è più: le bigolanti che portano l’acqua, l’inaugurazione di una fabbrica di siluri dietro a Santa Lucia con il re e la regina, i personaggi dell’«Italia pittoresca», serie tra Venezia, Chioggia e Capri. Scatti cinematografici dove il tempo si annulla.