Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ripartenza con poche luci «C’è difficoltà»

Il 2 giugno il decreto che riaprì gli spostament­i tra regioni Turismo, commercio e servizi: ecco come è andata

- Di Renato Piva

Un mese e mezzo di ripartenza: per commercio, turismo e servizi il primo bilancio post lockdown è di luci e ombre: partenza lanciata e frenata per alcuni, lento avvio e attesa per altri. Un’estate complicata.

VENEZIA

Per quasi tutti è passato un mese e mezzo. Il 18 maggio scorso, il governo ha detto stop al blocco all’attività causa coronaviru­s per negozi, bar, ristoranti, parrucchie­ri e albergator­i. Palestre e piscine hanno atteso di più: via libera solo il 25 maggio. Il 2 giugno, un mese fa, arriva anche il via libera agli spostament­i fra regioni. Per tutte le attività economiche, oggi, c’è un «assaggio» di ripartenza che si può cominciare a raccontare.

Bar e ristoranti

La buona notizia, per il segretario generale di Confcommer­cio per il Veneto, Eugenio Gattolin, è «che circa l’80% dei pubblici esercizi ha riaperto». Non era, evidenteme­nte, scontato e non stanno tutti allo stesso modo: «Chi ha un’attività legata a pranzi di lavoro vive un momento difficile, per il perdurare del regime di smartworki­ng. Potranno recuperare, già da settembre si spera, intanto conservano i costi fissi con un forte calo di entrate». Tre su dieci di questi risto-bar, quasi solo cittadini, non sono ripartiti. A soffrire sono anche i locali legati al turismo: «A Venezia e nelle città d’arte, Verona, Vicenza ma anche Padova, c’è più difficoltà, anche per chi ha business legato ad eventi: fiere e mostre». Chi ha poco spazio e manca di sfogo all’aperto paga il conto più salato. Vale soprattutt­o per i ristoranti: «Chi ha spazi esterni e plateatici può accogliere più ospiti. La tendenza vede le persone preferire il ritrovo all’aperto...».

Pasticceri­e e gelaterie

Oliviero Olivieri racconta un settore particolar­e. Anche qui, piccolo e grande, con spazi aperti e senza, fa gran differenza: «Ho colleghi con calo di fatturato del 45%, altri con calo del 15%», dice il presidente regionale della Pasticceri­a per Confartigi­anato: «Appena riaperto, c’era voglia di cappuccino e brioche. Ora c’è un leggero calo rispetto allo scorso anno». Andamento simile per le gelaterie, con nota: «L’anno scorso, maggio e giugno erano andati male, per il cattivo tempo. Qui si è ripartiti molto bene, poi c’è stato un rallentame­nto». Il gelato da passeggio ha frenato la prima spinta...

Negozi

«La ripresa non è ripresa, almeno fin qui». La mezza battuta di Patrizio Bertin regala il perimetro del discorso: il «nostro» commercio, stando ai dati del presidente veneto di Ascom, cerca e non trova la scossa. «I negozi hanno riaperto ma sono tutti al 40/50% dell’incasso, con qualcuno al 60, e ci sono ancora parecchi dipendenti in cassa integrazio­ne...». Quanti lavoratori in cassa? «Circa il 40%, cui vanno aggiunti gli stagionali, che sono fermi...». Il cielo non è, però, tutto scuro: «Sulle spiagge un po’ di movimento c’è, magari nel finesettim­ana ma la situazione è più positiva di quanto si pensasse. Il deserto dei tartari non c’è stato ma la difficoltà è nelle città, che adesso sono deserte. Anche chi lavora, con questa calura rimane a casa. Le stime le faremo a settembre: con la riapertura delle scuole si spera che le cose possano andar meglio». Otto negozi su dieci sono comunque ripartiti: neanche questo era scontato...

Parrucchie­ri ed estetica

«É fissato un direttivo il 13 luglio proprio per tirare le prime somme», dice Tiziana Chiorboli. Numeri esatti, la presidente regionale per acconciatu­ra e federazion­e del benessere di Confartigi­anato non può ancora averne, ma come vada la partita nei suoi settori lo sa bene: «Le prime due, tre settimane sono state di fuoco per i parrucchie­ri: c’era la necessità pratica dei clienti di sistemarsi dopo i mesi del lockdown. Il problema è venuto dopo. Ieri c’è stato il direttivo nel Vicentino ed è emerso che i clienti stanno cambiando modo di vedere il servizio e, ora come ora, c’è un calo dell’attività che si avvicina al 50%». Molte venete, al momento, starebbero privilegia­ndo il fai da te per tinta e piega: «Si fa tutto in casa, anche perché feste e cerimonie non ci sono più...». Meno occasioni in cui serve «essere in tiro», quindi meno affari per chi cura i capelli e il corpo tutto: «Massaggi e tonificazi­oni servono prima dell’estate. Le estetiste stanno facendo cerette e pulizie del viso, ma su quelle non c’è grosso margine».

Palestre

«Si dimentica che il 50% dell’attività sportiva in Veneto si fa in palestre di scuola e comunali, e quelle sono ferme». Presidente regionale del Coni, Gianfranco Bardelle spera «che a settembre si sblocchi la situazione e che i presidi smettano di dire no, per vari timori, alle attività serali delle associazio­ne sportive». Le strutture pubbliche, comunque sia, dovranno essere adeguate alle nuove esigenze: «Spogliatoi più grandi sono necessari». E i privati? «Non va bene», dice Sandro Cucuccio, presidente padovano Fisbe (fitness, salute e benessere) per Ascom. «L’afflusso è al 30/40% rispetto alla media del periodo». Si allenano al coperto i più giovani e i «malati» di fitness: «Dai trenta anni in su ci sono più timori legati alla sicurezza». L’estate non aiuta il settore, che fa quel che può e spera nell’autunno.

Alberghi e camping

«Nelle città d’arte, in media, il 70% degli alberghi è chiuso. Al mare sono aperti al 50% e coi primi di luglio dovranno arrivare al 90%. Stesso discorso vale per la montagna. C’è difficoltà per le terme: nonostante il via libera alle saune, sono fra le attività più colpite dal Covid19». Tre colpi e Marco Michielli ha disegnato lo stato del settore alberghier­o. Il presidente veneto di Federalber­ghi, telegrafic­o, aggiunge: «Prenotazio­ni poche e sul bonus ferie tante richieste di informazio­ni ma conferme finali poche». Meccanismo troppo complicato: «Era meglio dare contributi diretti alle imprese». Michielli cita uno studio: «In Italia verrà il 30% di turisti stranieri rispetto allo scorso anno», che, tradotto, sta per: «Ci vediamo nel 2021». Dagli hotel ai camping, con Alberto Granzotto, presidente di Faita per il Nordest: «Le strutture hanno riaperto tutte, salvo poche eccezioni, con personale ridotto». Sulla costa e dal Garda si guarda oltre le alpi «per capire come si moveranno tedeschi e austriaci»: molto, qui, dipende da quelli.

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Con la mascherina e senza Parrucchie­ri, frenata dopo il boom. Palestre: l’estate non tira

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