Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La pandemia, l’autonomia le Città metropolitane... ma anche le Province
Gentile Direttore, Paolo Costa ne «L’editoriale» del 27 giugno scorso sul Corriere del Veneto ha mostrato con precisione come «un quadro di migliori pratiche scambiate lealmente in un sistema di competenze condivise» (cit.) realizzi nei fatti una corretta forma di autonomia, ben esercitata e quindi utile ai cittadini, cioè a coloro che pagando le tasse rendono disponibili le risorse con cui l’amministrazione pubblica interviene con i propri atti.
Ha chiarito inoltre come una autonomia ben esercitata spazzi via quella litigata e fondata, per usare una sua espressione, «sulle formule esoteriche» della ulteriore autonomia differenziata.
Per dare prospettiva a questo percorso, egli indica il terreno della crescita italiana da agganciare a quella europea e chiede di valorizzare le Città Metropolitane come luoghi peculiari per le produzioni del futuro, così da svolgere un ruolo di volano per la produttività e di incubatrice per le transizioni digitali ed ambientali, così da inserirsi nel trend di crescita europea.
Concordo, pur con una precisazione. Il cittadino del Comune di Melara, estremo lembo occidentale del Polesine che confina con la Lombardia, ha gli stessi diritti e paga le stesse tasse, a parità di reddito, del cittadino di Padova o Treviso.
Quindi anche un melarese ha diritto ad inserirsi nel trend di crescita europeo, così come ha diritto ad avere la stessa tutela sanitaria di un vicentino o di un veronese (ma questo tema ci porterebbe lontano, mi limito a dire che aspettiamo nelle prossime settimane parole spero decisive dal ministro Speranza).
Perciò si pone con forza la necessità di un riequilibrio di competenze per le Province, a partire dalla promozione economica dei territori «rarefatti», a bassa intensità di insediamento produttivo e di popolazione.
In particolare andrebbero trasferite alle Province le politiche di sviluppo economico che per ovvie logiche centraliste Veneto Sviluppo non vuole e non può fare, assicurando nel contempo le Linee di indirizzo strategiche, le risorse finanziarie e il personale qualificato.
In breve, la locomotiva della Pa.Tre.Ve deve essere ben agganciata agli altri vagoni, ma soprattutto non possono esserci viaggiatori di prima classe ed altri che scendono dalla seconda alla terza classe se tutti hanno pagato lo stesso biglietto.
E comunque anche i Consiglieri Provinciali andranno eletti direttamente dai cittadini, per garantire che i soldi pubblici spesi dalle Province e dalle Città Metropolitane abbiano lo stesso controllo e la stessa valutazione di efficacia di quelli spesi dai Comuni e dalle Regioni.