Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dado Moroni: «Ricomincio da Verona» Il pianista jazz sarà venerdì al teatro Ristori, primo concerto dopo il lockdown

- Marianna Peluso

Dado Moroni ricomincia da Verona. Più precisamen­te dal Teatro Ristori, dove si esibirà venerdì 3 luglio alle ore 20 in «Piano solo & Talks», primo appuntamen­to della rassegna «REstate – Il suono dopo il silenzio». Pianista di fama internazio­nale, ambasciato­re del jazz italiano, ha collaborat­o con artisti del calibro di Dizzy Gillespie, Wynton Marsalis, Freddie Hubbard, Tom Harrel, Zoot Sims, James Moody, Ray Brown, Lewis Nash, Buster Williams, Billy Cobham, Grady Tate e Niels Pedersen. Il suo nome è, con pochissimi altri musicisti italiani, nella Biographic­al Encicloped­ia of Jazz di Leonard Feather e Ira Gitler. (Biglietto unico a 5 euro, www.teatrorist­ori.org.)

Dado Moroni, quanto è felice di tornare a suonare dal vivo?

«Venerdì sarà il mio primo concerto in un teatro, dopo il lockdown. Ero già stato al Teatro Ristori tre anni fa, per «4 Monk by 4» insieme a colleghi pianisti. Per me è un enorme piacere tornare. Il numero degli spettatori in platea sarà ridotto, per ovvi motivi».

Come ha vissuto lockdown?

«Sono stati mesi di riflession­e e di tristezza, perché i musicisti hanno bisogno di il suonare, non solo per lavoro, ma anche per esprimersi. Il governo si è dimenticat­o di noi e di tutti gli operatori del settore»

Che cosa porterà in scena venerdì sera a Verona?

«Io non so cosa succederà sul palco. Mentre negli altri generi musicali c’è un canovaccio, nel jazz io ne so tanto quanto chi viene ad ascoltare. Essere l’unico sul palco di «Piano solo & Talks» mi permetterà un’assoluta libertà. Racconterò la storia della musica che mi ha affascinat­o da bambino, quando venivo attratto prima dalla copertina del disco e poi dal resto. C’è chi dice che il jazz sia una musica difficile, ma se è riuscita ad affascinar­e un bambino di 4 anni, può essere considerat­a una musica popolare».

Collabora da sempre con artisti anche al di fuori del jazz.

«Tutti i musicisti che mi hanno chiamato in questi anni, mi hanno permesso di essere me stesso sul palco. Non un pianista, ma Dado Moroni al piano. Come Eros Ramazzotti, che voleva unire le nostre musiche, o come Lucio Dalla, con cui ho provato solo un’ora prima d’iniziare il concerto».

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Dado Moroni, grande talento, è considerat­o l’ambasciato­re italiano del jazz del mondo
Artista Dado Moroni, grande talento, è considerat­o l’ambasciato­re italiano del jazz del mondo

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