Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Attentato alla sede Lega: anarchico a processo

- A.Z.

VENEZIA «L’attacco avrebbe potuto provocare una strage», aveva detto il procurator­e capo Bruno Cherchi un anno fa, comunicand­o l’arresto. E proprio per quel reato e per quello di attentato con finalità di terrorismo oggi finirà di fronte al giudice Juan Antonio Sorroche Fernandez, il 42enne anarchico spagnolo che secondo il pm Alessia Tavarnesi ha piazzato il doppio ordigno alla sede della Lega di Villorba, il famoso K3, nell’agosto del 2018.

La procura antiterror­ismo ha infatti chiuso le indagini un paio di mesi fa e ora per Sorroche è arrivata l’ora del processo. L’uomo, al momento, è detenuto a Terni, dove sta scontando anche sei anni per condanne passate legate ad azioni dimostrati­ve, per esempio contro la Tav in Piemonte.

Ma questa volta le accuse sono pesantissi­me, accuse tra le più gravi del codice penale, per le quali rischia la massima pena: l’ergastolo.

Le bombe erano infatti due: un’esca piccola, piazzata sul retro del K3, per attirare persone sul posto; quindi una pericolosi­ssima pentola a pressione piena di polvere pilica e chiodi, attivabile con un filo piazzato sulle scale. Nell’obiettivo del gruppo anarchico dopo il primo scoppio sarebbero dovuti arrivare personale e politici della Lega o poliziotti (che pare fossero i principali obiettivi) per venire travolti dalla seconda esplosione.

A incastrare Sorroche sarebbe una traccia biologica rinvenuta sui fili dell’ordigno, probabilme­nte di sudore.

Non solo:il Dna dell’anarchico è stato inoltre ritrovato su una delle due buste inviate ai giornali come rivendicaz­ione di quell’atto.

L’uomo era stato arrestato il 22 maggio 2019 nei boschi di Mamertino, nel Bresciano, dopo due anni di latitanza. In passato aveva frequentat­o anche una comunità anarchica a Rovereto in provincia di Trento.

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