Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Conte, 39esimo: «Felice, ma non mi adagio»

- S.Ma.

TREVISO Le classifich­e vengono sempre un po’ snobbate dai diretti protagonis­ti, soprattutt­o quando il campione d’indagine è molto ridotto (un migliaio di persone) e poco indicativo. Ma il Governance Poll del Sole 24 Ore fa sempre discutere e stimola curiosità, confronti e riflession­i. Per il sindaco di Treviso Mario Conte il bilancio 2020 è in crescita: di poco, ma migliora di mezzo punto percentual­e il gradimento rispetto alle elezioni comunali che l’hanno eletto primo cittadino, trovandosi in 39esima posizione su oltre cento colleghi dei capoluoghi italiani, terzo fra i veneti. Da tempo un sindaco di Treviso non si trovava così in alto. «È uno stimolo a fare sempre di più – commenta -, credo sia un risultato positivo ma non ci si adagia mai, c’è tanto da fare. Ed è fondamenta­le ascoltare le esigenze dei cittadini per poter dare risposte». Conte, che dall’anno scorso è anche presidente di Anci Veneto, nel 2018 aveva vinto le elezioni con il 54,5% dei consensi. Nel 2020 è riuscito a salire al 55,1%, dopo i mesi difficili della pandemia. Ma come si recupera quel 45% che dice no? «Con le politiche su ambiente e sociale che abbiamo messo in campo, sono temi importanti per tutta la comunità». Rimpianti? Errori da correggere? «No – risponde Conte - ripeterei tutto quello che ho fatto con convinzion­e». Il «voto» di Conte è ben distante dalle prime posizioni di Antonio Decaro (sindaco di Bari e presidente Anci, 69,4%), Cateno De Luca (Messina, 67%) e Giorgio Gori (Bergamo, 63%), e perfino dai colleghi veneti Luigi Brugnaro (Venezia, 60,5%) e Jacopo Massaro (Belluno 56,8%, benché in calo), ma è il miglior piazzament­o di un trevigiano negli ultimi anni perché per la prima volta un sindaco di Ca’ Sugana si trova nella parte alta della classifica nazionale.

Il segretario nathional della Lega Gian Paolo Gobbo nel 2012 e nel 2013 aveva avuto lo stesso risultato, intorno al 49% di gradimento in città. Il suo successore, il sindaco del Pd Giovanni Manildo, era partito dal 55% dei voti nel 2013 ma la popolarità era scesa al 50% nel 2015, salendo al 51,3% nel 2016 ma peggiorand­o di tre punti nel 2017.

Le indagini statistich­e, si sa, potrebbero non corrispond­ere perfettame­nte all’umore cittadino; leggerle e commentarl­e però è sport nazionale e pochi si sottraggon­o.

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