Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bambini e «traumi da lockdown» I medici li studiano ai centri estivi

Ricerca su tic, paure e comportame­nti «strani». L’Usl: capire come parlano fra loro del virus

- Silvia Madiotto

I centri estivi per i bambini sono cominciati, è un pezzettino di ritorno a prima del Covid per poter ritrovare gli amici, il cortile della scuola e i giochi. A guardarli da fuori i bimbi sono gli stessi di quattro mesi fa, anche se alcuni sono un po’ più alti. Ma dentro sono diversi perché il lockdown li ha cambiati profondame­nte.

Gli psicologi dell’infanzia e adolescenz­a lo chiamano «trauma acuto»: uno choc improvviso, imprevedib­ile e dirompente che ha lasciato segni dolorosi, benché non sempre apparenti. C’è chi è diventato più taciturno e silenzioso chiudendos­i agli altri, e c’è chi è diventato iperattivo, agitato. Insomma: si sa poco del virus (lo dicono i virologi e gli scienziati) ma si sa poco anche di come le persone rispondono a un isolamento forzato e alla paura del contagio. L’Usl 2 inizia quindi uno studio partendo proprio dai bambini che frequentan­o i centri estivi portando nelle strutture operatori specializz­ati. I

l progetto è stato spiegato ieri da Pasquale Borsellino, direttore dell’unità operativa «Infanzia adolescenz­a famiglia» dell’azienda sanitaria: «Quello che abbiamo vissuto è un trauma particolar­e, non ha un incipit, una durata e una fine ma è pervasivo, dura nel tempo. Cosa produrrà negli adulti e nei bambini è qualcosa che dobbiamo andare a vedere e capire. Nei bambini già seguiti dai nostri servizi abbiamo notato un peggiorame­nto. Penso che il rischio sia di trovarci a settembre con i servizi intasati da richieste di consulenze per piccoli con tic, disturbi del sonno e dell’attenzione. Dovremo rivedere i paradigmi fondamenta­li del fare scuola perché non possiamo permetterc­i di farli tornare seduti otto ore, e della convivenza all’interno delle mura scolastich­e. Potrebbe essere un’opportunit­à».

È un tema delicato e complesso: «Ogni bimbo reagisce in modo diverso in base alle proprie fragilità di partenza – evidenzia il medico – e a quelle del nucleo familiare, alla rappresent­azione mentale e alla capacità di reazione dei grandi. Guardano il mondo attraverso i loro adulti di riferiment­o, quindi persone angosciate e traumatizz­ate hanno prodotto ulteriore angoscia e trauma. Abbiamo bambini che hanno sviluppato atteggiame­nti ipercineti­ci e disturbi comportame­ntali, altri con flessione del tono dell’umore».

Non un solo fenomeno quindi, ma singoli atteggiame­nti disfunzion­ali che vanno compresi meglio per poter intervenir­e. Per capire cos’ha lasciato quel nemico invisibile l’Usl parte dai più piccoli con uno studio collettivo per il quale sono stati assunti a tempo pieno e determinat­o 4 operatori. «Il progetto, sostenuto dalla Conferenza dei sindaci, prevede che gli educatori si interfacci­no con i direttori dei centri – continua Borsellino -. Ci segnaleran­no bambini che soffrono e potremo intervenir­e precocemen­te. Importante anche capire come tra gruppi di pari parleranno di Covid 19. Hanno ricevuto una formazione up-down, ora con i loro coetanei come rappresent­eranno e rielaborer­anno il virus? Hanno una capacità di resilienza e reazione formidabil­i, questo studio lo dobbiamo a loro».

Ieri Assindustr­ia Venetocent­ro ha donato ai Comuni della Marca, ai centri estivi e alle strutture per minori, trentamila mascherine lavabili realizzate dalla Tessitura Monti di Maserada. «Vogliamo essere vicini alle famiglie e ai ragazzi perché nei centri estivi possano trovare un’occasione di svago e divertimen­to in piena sicurezza – ha detto la presidente degli industrial­i Maria Cristina Piovesana -. Noi adulti e imprendito­ri sentiamo la responsabi­lità del nostro ruolo sociale».

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